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Sono partiti a Londra i Mondiali delle nazioni non riconosciute. 16 squadre da tutti i continenti per un torneo biennale non osteggiato dalla Fifa, ma organizzato dalla ConIFA, la federazione presieduta a livello mondiale dallo svedese Per-Anders Blind.

Una competizione che potrebbe far sorridere e alzare qualche sopracciglio, a leggere l’elenco dei partecipanti. Tra le favorite c'è la Padania, già vincitrice degli Europei 2015 e 2017 e all’esordio già protagonista con un netto 6-1 sulla Terra dei Matabele e un rotondo 8-0 su Tuvalu.

La squadra è ormai slegata da diversi anni da ogni vincolo organizzativo e finanziario con la Lega Nord. Non canta il Va’ pensiero (“È il grido di dolore degli ebrei, cosa c’entra con la Padania?” dice il vicepresidente Alberto Rischio), cita il comunista Guido Fanti, primo presidente della Regione Emilia Romagna e primo teorico della grande Lega del Po, e non indossa la casacca verde, né il Sole delle Alpi (“Abbiamo la maglia crociata con la croce di San Giorgio e il simbolo celtico della famiglia. Con un bordino giallo ricordiamo la corona della Regina Teodolinda dei longobardi” specifica con puntiglio).

Niente politica dunque. Lo dice molto chiaramente anche il team manager Marco Gotta, che oggi ricopre il ruolo anni addietro riservato al figlio di Bossi: “Per noi è solo una questione di appartenenza geografica, non vogliamo l’indipendenza. Spero che anche al Sud si organizzi qualcosa di simile. Per tutti questi ragazzi i mondiali sono un’occasione di crescita internazionale, possono confrontarsi con giocatori del loro livello provenienti da altri Paesi.”

Per far parte della nazionale padana non serve la tessera della Lega, basta invece essere residenti da 5 anni nelle regioni bagnate dal Po, il Pado. Un messaggio di civiltà e integrazione che si concretizza nelle convocazioni di Ersid Pllumbaj, attaccante albanese in Italia da quando aveva 14 anni, e di Marius Stankevicius, lituano ex Lazio e Samp.

Al di là della Padania, però, i mondiali Conifa sono una straordinaria occasione per leggere il mondo attraverso le lenti colorate del calcio. “Per noi è un gioco, per gli altri qualcosa di più” sospira il team manager padano, mentre parlano forte la prima partecipazione del Tibet ai mondiali Conifa oppure le liste di convocazioni non rese note dalla Cabilia, regione algerina, e dalla Terra dei Matabele, regione dello Zimbabwe, per paura di persecuzioni e di ritorsioni.

Nel 2015, in occasione degli Europei in Ungheria, la Georgia fece rimostranze verso il governo ungherese dal momento che ospitava nella Terra dei Siculi tre squadre politicamente scomode come il Nagorno-Karabakh, l’Ossezia del Sud e l’Acbasia. Così i partecipanti scesero da 9 a 6.

Due anni dopo, sempre in occasione degli Europei, venne osteggiata la partecipazione dell’Armenia dell’Ovest. L’organizzazione di Cipro del Nord, area turca, disse che non ci sarebbero stati i fondi. La Contea di Nizza inoltre annullò la partecipazione indicando in una lettera ufficiale problemi diplomatici tra Francia e Turchia.

Anche per questo, per squadre come l’Abcasia o i Coreani in Giappone, la qualificazione e la discesa in campo acquistano un forte valore di appartenenza, di riconoscimento e di esistenza alzando il livello quantomeno agonistico e simbolico della competizione, a volte, come nel caso dell’Acbasia, davanti a 12mila spettatori.

Alberto Rischio, presidente di ConIFA Europa, racconta con orgoglio la crescita del movimento, coniugando passione per la storia e desiderio di internazionalizzazione: “Negli ultimi due anni le squadre della rete Conifa sono cresciute da 22 a 44, in Europa da 14 a 25. Possiamo essere un trampolino di lancio organizzativo per quelle nazioni che man mano vogliono ottenere il riconoscimento. Il Kosovo, affiliato alla FIFA dal 2016, oggi è in difficoltà. A volte riceviamo richieste bizzarre come quelle del principato di Sealand, mentre stranamente non abbiamo mai avuto richieste ufficiali dalla Catalogna o da Fiamminghi e Valloni. L’idea è di promuovere popoli e identità attraverso un calcio autentico e per questo ho voluto fortemente l’introduzione di un responsabile culturale per ogni squadra, capace di dare opportunità di approfondimento e di scambio. La politica non centra nulla, siamo una cosa ben diversa dall’Europeada organizzata dalle minoranze”.

In questo esercizio di glocalizzazione, non ci saranno nazionali che torneranno a casa prima delle altre: tutte rimarranno fino alla fine giocandosi anche il quindicesimo posto. I biglietti online costano 11 pound, di cui 1 da destinare a scelta a una delle due squadre in campo. Parteciperanno al torneo anche arbitri dal Regno delle Due Sicilie.

Ecco le squadre partecipanti al torneo che avrà base a Londra ospitato dai somali bravanesi.

Girone A: Brava, Isola di Man, Tamil Eelam, Cascadia
Girone B: Abcasia, Cipro Nord, Carpazia, Tibet
Girone C: Padania, Terra dei Siculi, Tuvalu, Terra dei Matabele
Girone D: Panjab, Coreani Uniti in Giappone, Armenia occidentale, Cabilia