stradedelcibo quadratoBando all'ipocrisia: la maggioranza di quelli che hanno visto un film made in Usa, con qualche scena girata in una caffetteria, ha sognato di sorseggiare un bel caffè yankee da Starbucks. 
Ebbene, la notizia che ha diffuso il Corriere sul possibile arrivo della catena statunitense ha scatenato reazioni differenti: da una parte gli iperesaltati, dall'altra quelli che vedono Starbucks come il demonio; in mezzo coloro che non lo demonizzano, ma nemmeno ne fanno un'icona da adorare.

I social network, ovviamente, si sono trasformati nello sfogatoio di tanti che hanno paura dell'arrivo del colosso americano. Calmatevi, rimarrete tutti in vita: voi, il caffè italiano e i bar a cui siete affezionati. Starbucks non è altro che una possibilità in più: nuovi posti di lavoro e soldi freschi che arrivano dall'estero. Qualcuno griderà allo scandalo e alla colonizzazione, niente di tutto ciò. Il McDonald's è arrivato nel Bel Paese e continua a fatturare milioni e milioni, migliorando l'offerta dei prodotti a un prezzo più che accessibile, nonostante la continua azione di boicottaggio nei confronti dell'azienda.

starbucks

Inoltre, chi si scandalizza per l'eventuale apertura delle caffetterie può stare tranquillo: non ci sarà la forza pubblica ad accompagnarlo a consumare da Starbucks; nessuno è pronto a puntare la pistola per la mancata consumazione del Frappuccino o di qualsiasi altra bevanda. Quelli che non vorranno far perdere clienti e fatturato alle classiche caffetterie italiane saranno liberi di (continuare a) sceglierle, perché questa è l'essenza del concetto di libertà di scelta: concetto tanto semplice quanto complesso da far comprendere.

Così come dovrebbe cercare di essere meno drastico Mauro Munafò, autore di un breve pezzo su L'Espresso. Munafò ha paura di una fantomatica orda di amanti di Starbucks che, in preda ad un attacco di isteria collettiva, tempesterebbe i social network di selfie e foto con i classici bicchieroni di carta.


E quale sarebbe il problema? Siamo ancora liberi di fare ed essere ciò che vogliamo? Se sì, chi se ne frega dei selfie e della voglia di vantarsi con un bicchiere in mano. Lasciate la gente libera di essere ciò che vuole. E lasciatela libera di spendere i propri soldi per una colazione da Starbucks, lasciatela libera di usare il wi-fi gratuito, lasciatela libera di ingozzarsi di Frappuccino e chissà quale altro intruglio.
 Di prediche ne subiamo già molte, almeno sul caffè fateci essere noi stessi.