Tra oggi e domani l’agricoltore friulano Silvano Dalla Libera procederà alla trebbiatura del suo campo di mais Mon 810, una varietà trasgenica la cui coltivazione è ammessa negli stati membri dell’Unione Europea. L’associazione Futuragra, che rappresenta gli agricoltori favorevoli all’impiego delle biotecnologie agrarie e della quale Dalla Libera è presidente, approfitterà dell’occasione per mostrare i risultati del raccolto e confrontarli con quelli delle coltivazioni convenzionali, durante una “festa della trebbiatura” indetta per domani a Vivaro, in provincia di Pordenone.

ogm grande

Il ministro dell’ambiente, Alessandro Orlando, ha chiesto formalmente alla Regione Friuli di procedere al divieto di coltivazione, ma Debora Serracchiani ha risposto che “non vi è alcuna base normativa che renda legittimo un qualunque provvedimento amministrativo regionale per distruggere le colture Ogm in atto”, sulla base della sentenza della Corte di Giustizia Europea che aveva recentemente stabilito che “la messa in coltura di organismi geneticamente modificati quali le varietà del mais Mon 810 non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione”. Già alcuni giorni fa la regione Friuli Venezia Giulia, rispondendo agli agricoltori di Futuragra, aveva scritto nero su bianco che allo stato attuale “la messa in coltura di varietà di mais iscritte nel catalogo comune europeo è da considerarsi libera”.

Nel riportare la notizia, l’ANSA dà spazio ad alcune dichiarazioni. La prima, della senatrice di SeL Loredana De Petris, la quale sostiene che “i campi di mais convenzionale in provincia di Pordenone limitrofi alle coltivazioni di mais Ogm Mon 810 risultano già contaminati fino al 10% dal Dna transgenico”, senza però citare la fonte di un dato tanto inverosimile. Secondo Edo Ronchi, ex ministro dell’ambiente, “ad oggi non ci sono le condizioni per un utilizzo [degli Ogm] negli alimenti e in agricoltura”, affermazione che sembra in aspro conflitto con una realtà che ha visto le coltivazioni di varietà geneticamente modificate crescere da 1,7 milioni di ettari del 1996 a 170 milioni nel 2012 senza alcun danno per la salute umana o per l’ambiente.

Per ultimo, il docente di genetica Marcello Buiatti, da sempre in prima linea contro le coltivazioni transgeniche: “gli Ogm sono stati un fallimento totale. Attualmente nessun prodotto animale è in commercio. Dal 1996 le specie vegetali commerciali sono appena quattro: soia, mais, cotone e canola [colza, NdR]”. Anche questo dato è impreciso, per usare un eufemismo: le piante Ogm approvate e commercializzate sono 26: erba medica, colza argentina, fagiolo, garofano, cicoria, cotone, agrostide, lino, mais, melone, papaya, petunia, prugna, colza polacca, pioppo, patata, riso, rosa, soia, zucca, barbabietola da zucchero, canna da zucchero, peperone, tabacco, pomodoro e frumento.