omicron grande

Ad oggi, ci sono paesi in Europa che devono preoccuparsi per decessi e ospedalizzazioni legati al COVID? Per ora, sembrerebbe di no.

Tra i paesi dell'Est Europa, dove è iniziata l’attuale ondata e c'è stata alta mortalità per via del basso livello di vaccinazione, il peggio sembra alle spalle: l’epidemia è in regressione ovunque, e la mortalità sta scendendo in tutti i paesi tranne in Polonia, dove i casi diminuiscono da poco tempo, e i morti saliranno ancora per un po’. Idem per i paesi dell'Europa centrale: il peggio sembra passato in Austria, Germania, Belgio e Olanda. Al momento i casi e la mortalità sono ancora in aumento in Europa settentrionale e occidentale, dove però c'è un'elevata vaccinazione e quindi la mortalità salirà probabilmente di poco.

Dopo mesi di quarta ondata, nessun paese ha un livello di mortalità particolarmente elevato, tranne alcuni paesi dell’Est dove la campagna vaccinale è in ritardo di mesi. Per ora, inoltre, non si vede nessuna inversione della tendenza dei casi di COVID dell’attuale ondata a spostarsi da Est a Ovest, nessuna ripresa dei contagi dove l'ondata autunnale aveva superato il picco, e nessun aumento significativo di mortalità e ospedalizzazioni dove il picco non è stato ancora raggiunto e i casi sono ancora in aumento.

Non ci sono problemi di decessi e ospedalizzazioni in Gran Bretagna, che comunque aumenteranno nelle prossime settimane: nonostante il forte aumento legato ad Omicron non si è ancora arrivati ad un picco di mortalità e ospedalizzazione preoccupante. Un picco arriverà, ma potrebbe non essere grave, e in Inghilterra ci sono milioni di guariti di recente a fare da freno all’epidemia. Il citato caso della quarta dose in Israele sembra frutto di una esagerata cautela da parte del governo israeliano, che al momento non ha nessun problema di COVID. E nella patria della variante Omicron, il Sud Africa, i casi stanno già scendendo e la mortalità (ancora in aumento) rimane contenuta, certo non per le vaccinazioni, carenti, anche se è verosimile che molti casi di infezione pregressa abbiano limitato la platea di potenziali nuovi casi di COVID.

Sarà così anche tra due o tre settimane? Non possiamo saperlo, ma ci sono motivi per non essere particolarmente pessimisti. Una variante poco pericolosa, ma molto infettiva, potrebbe diventare un problema se il lento aumento dei casi gravi dovesse continuare per un mese o più. Purtroppo la Omicron, anche se dovesse essere veramente meno pericolosa come esiti (un primo studio britannico pare confermare questa notizia, ma ci vorrà tempo per esserne certi), prolungherà e accelererà l’epidemia nei paesi in cui ancora non si era raggiunto il picco. E potrebbe fare il percorso contrario, da Ovest a Est, tornando in Europa centrale e orientale: in qual caso, la mortalità potrebbe aumentare di nuovo a livelli gravi, vista la scarsa copertura vaccinale.

Il sistema sanitario di alcuni paesi, come l'Italia, sta per andare sotto pressione, più per demerito della sanità che per effettivi problemi epidemici: stiamo ancora ad un quarto del picco precedente, e a un ottavo delle capacità teoriche del sistema sanitario. Se un intero ospedale viene chiuso per un singolo caso COVID già isolato, alla fine si muore di altro: di malasanità, non di COVID. Ma se i casi dovessero aumentare a questi ritmi per settimane, potrebbe crearsi un problema.

Altri motivi per essere ottimisti: la terza dose è ormai stata somministrata a quasi tutti i soggetti a rischio, e presto arriveranno farmaci almeno parzialmente efficaci ad evitare i casi gravi. Certo, se avessimo installato condizionatori per il ricambio dell'aria anziché comprato banchi a rotelle staremmo meglio, ma è già un miracolo che l’Italia sia riuscita ad organizzare una campagna vaccinale. Non è il caso di abbassare la guardia, ma il peggio è quasi sicuramente alle spalle, e il futuro potrebbe richiedere soltanto ordinaria amministrazione.