C'è un grafico, pubblicato dal Financial Times (dati della Banca Centrale Greca), che mostra come con l'avvicinarsi delle elezioni in Grecia il volume dei depositi nelle banche del paese ellenico sia calato vertiginosamente (le colonnine verdi). Il ritmo è rapidissimo e si rischia di arrivare in un attimo ai livelli della primavera-estate 2012, insostenibili per il sistema bancario.

GREECE

Scrive Mario Seminerio: "Voi che fareste, se pensaste all'esistenza del rischio di ritorno ad una valuta nazionale destinata ad indebolirsi pesantemente, secondo fondamentali? Oppure (anzi, ma anche) che fareste se vedeste ascendere al potere una federazione di sinistra che ritiene che nel paese siano rimasti ancora evasori fiscali grandi e (soprattutto) piccini? A parte queste sgradevoli considerazioni, la conseguenza del calo dei depositi è scontata: aumenta il "tiraggio" delle banche greche dalla Bce. E' meccanica, non ideologia".

E infatti, in maniera speculare, le banche rispondono ai rischi di liquidità utilizzando il flusso di finanziamenti della BCE, che questo mese potrebbe arrivare a 65 miliardi di euro (la linea arancione). E' la misura della dipendenza del sistema bancario della Grecia, e quindi dei suoi fondamentali economici, da Francoforte, accentuata oggi dal timore che la partita a poker che il nuovo premier si appresta a giocare con l'Europa vada a finire male. Conclude Seminerio: "se la Bce decide di interrompere l'ossigeno alla Grecia, la Grecia esce dall'euro un minuto dopo, forse prima. Nel senso che deve proprio cominciare a stampare moneta e nazionalizzare in tempo reale le proprie banche". A quanto pare sono gli stessi greci che hanno votato Tsipras a temere per primi gli effetti delle sue ricette.