Cantiere gru

A Piacenza, in occasione del Festival della Cultura della Libertà, si è tenuta una sessione dedicata a: 'Ecologismo radicale. Una minaccia contro l’uomo?', relatori il dottor Piombini ed il professor Festa.

Prima facie il titolo poteva trarre in inganno i presenti e far supporre che la sessione avrebbe riguardato temi teorici, astratti e senza alcuna diretta correlazione con la vita quotidiana. Al contrario, però, quanto più i relatori si spingevano ad illustrare esempi e spiegavano le radici di tale teoria, tanto più emergeva con chiarezza quanto in realtà l’ecologismo radicale (interpretato nel senso di “estremista” e “decrescista”, mentre quello legato in Italia alla tradizione politica radicale ha un’impronta decisamente più “sviluppista”) sia introiettato nella società e, soprattutto, comporti una molteplicità di riflessi sul quotidiano di ognuno.

Un esempio lampante è rappresentato dal proliferare delle disposizioni normative che dal 2001 si sono succedute con riferimento all’efficienza energetica (da ultimo la revisione della direttiva 2012/27/UE 761 sull’efficienza energetica e della direttiva 2010/31/UE 765 sulla prestazione energetica nell’edilizia).

Tale tematica affonda le sue radici nelle idee che riguardano, tra l’altro, l’innalzamento della temperatura terrestre come fenomeno non da governare razionalmente e affrontare adattivamente, ma come “idolo” cui sacrificare il modello di sviluppo capitalistico e le attività manifatturiere di tipo industriale.

Appena la direttiva è balzata all’attenzione delle cronache ed è stata sottoposta alla Commissione europea (segnatamente a seguito della spinta di esponenti politici appartenenti ad ambienti ecologisti dei Paesi dell’Europa del Nord), ha costituito - e tutt’oggi costituisce - uno degli argomenti di maggiore interesse per i parlamentari (nazionali ed europei) e dei “gruppi di interesse” che gravitano intorno alle Istituzioni di Bruxelles e Strasburgo, provocando inquietudini in capo ai proprietari immobiliari che, loro malgrado, si vedono costretti a seguire la regolamentazione che viene predisposta, e a dare, quindi, attuazione alle limitazioni ed agli adeguamenti tecnologici che essa comporta.

Sovente la presa sull’opinione pubblica viene garantita dall’allarmismo utilizzato per diffondere le informazioni al riguardo e dalla visione catastrofista attribuita a qualsiasi fenomeno climatico (comportamenti propri di tutte le battaglie condotte nel segno dell’estremismo). Tali atteggiamenti avrebbero la pretesa di programmare per via politica la pianificazione del clima mondiale per i prossimi decenni.

Anche in Italia, dove alla dissoluzione delle rappresentanze parlamentari ecologiste è seguita la liquefazione dei loro esponenti in seno ad altre componenti politiche, vi è stato un generale riconoscimento delle proposte avanzate con l’accelerazione dell’approvazione delle relative disposizioni.

Unico baluardo a difesa dell’autodeterminazione delle persone dall’assalto dell’eco-ideologia estremista è costituito dalle organizzazioni che si spendono per tutelare, nel caso di specie, la proprietà immobiliare nell’accezione classica da questa rappresentata, ossia di espressione primigenia della libertà individuale. Non bisogna mai abbassare la guardia rispetto a queste problematiche che, dietro gli apparenti buoni propositi racchiudono, nella realtà, vincoli surrettizi capaci di condizionare la vita e limitare la libertà individuale.