Nel paese delle leggi “mancia” tutto questo sembrerà forse una goccia nel mare, il problema è che il mare di cui è fatta l’Italia è composto in misura prevalente da gocce di questo tipo. Gianfranco Librandi, deputato di Scelta Civica, ci racconta che dal 2007 esiste un fondo per la compensazione di effetti finanziari imprevisti relativi a disposizioni legislative che comportano l’erogazione di contributi pluriennali. Detta così non sembra voler dire molto, proviamo a tradurre: quando si tratta di elargire contributi pubblici pluriennali in qualche forma, lo Stato italiano alloca le risorse che intende spendere. Fin qui nulla di strano. Se però tali stanziamenti, per qualche “imprevisto”, non dovessero essere sufficienti, allora si può attingere a questo fondo costituito alla bisogna.

Qualche Fassina la chiamerebbe “prudenza”, a noi pare una vera e propria giustificazione, se non un incentivo, alle “varianti in corso d’opera” e all’allegra indifferenza nei riguardi dei limiti di spesa. Una sorta di “cresta” legale ed istituzionalizzata.

L’altroieri, a Ballarò, Gianni Cuperlo invocava la necessità di un new deal finanziato con un sostanzioso sforamento dei vincoli di bilancio imposti dall’Europa. Non è il solo. L’ordine del giorno approvato dal comune di Palermo, un documento particolarmente gustoso di cui consigliamo caldamente la lettura, si propone nientemeno di lanciare una crociata contro l’austerity, in nome del diritto inviolabile dei comuni a spendere l’accidente che par loro opportuno.

Ma, al di là delle versioni cabarettistiche, del tema dello sforamento del limite del 3% nel rapporto deficit-PIL per finanziare le riforme strutturali di cui il paese avrebbe bisogno per tornare a crescere si sono occupati, e in qualche misura fatti portavoce, anche Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, che di tendenze “tassa e spendi” non possono essere certo accusati. Il problema, serio, è quello di impedire che le misure di austerity creino, nel breve periodo, cali di gettito e conseguenti voragini nel bilancio pubblico, alla tamponatura delle quali dovrebbero essere destinate tutte le risorse recuperate, alimentando un circolo vizioso nel quale questo paese sembra essere definitivamente avviluppato.

Tutto vero. Sennonché, in coscienza, fareste credito (per ché di questo si tratterebbe) ad un paese che non pone limiti allo sperpero delle risorse pubbliche al punto da istituire una sorta di bancomat a garanzia e copertura dell'irresponsabilità di chi queste risorse ha il dovere di gestire? Che le parole creditocredibilità abbiano la stessa radice, non è un caso. Se manca la seconda, è difficile che si possa ottenere il primo. La tragedia di questo paese, in fondo, è tutta qui.

L’onorevole Librandi  ha proposto di ridurre questo fondo per evitare – ad esempio – l’aumento delle accise sulla birra per il periodo ottobre-dicembre 2013. Nel teatrino delle coperture a cui stiamo assistendo ormai da mesi, sarebbe già qualcosa.