Chevuoichesia

Il filone Cinema & Precariato, che si è ormai affermato da quasi un decennio in Italia, si arricchisce di un nuovo capitolo: Che vuoi che sia, di Edoardo Leo.
È la storia di Anna e di Claudio, interpretati da Anna Foglietta e dallo stesso regista: una giovane coppia senza un posto (e uno stipendio) fisso che sogna di mettere su famiglia.

Per questo Claudio, ingegnere informatico, crea un crowdfunding per avviare un suo progetto, ma i risultati sperati non arrivano. Così una sera, complice l’alcool, Claudio lancia una provocazione in internet: pur di trovare la cifra necessaria è disposto, insieme alla sua compagna, a girare un video hard. Il fenomeno in poche ore diventa virale, incominciano ad arrivare i soldi e la coppia si trova di fronte ad una difficile scelta morale: prendere il denaro e fare il video o conservare la propria intimità?

Tra precarietà e voyeurismo nell’era di internet, Che vuoi che sia riflette insomma sulla condizione di molti giovani italiani e arricchisce la narrazione dell’elemento dei social media e di una viralità che amplifica, globalizza l’esistenza e la sbatte in una prima pagina virtuale in continuo aggiornamento, perennemente on line e in diretta Facebook. Un “essere social” che porta notorietà e ricchezza tanto facili quanto effimere.

Più che il video hard e le inevitabili situazioni comiche che si vengono a creare, il tema è lo status di eterna gioventù, o di infinita adolescenza, indotta non solo dalla mancanza di lavoro ma anche dall’uso e l’abuso dei social media. Non più strumenti per il “cazzeggio” pomeridiano, ma vere e proprie armi che, come si è visto anche nelle recenti elezioni americane o nei casi di cronaca nera, possono plasmare l’opinione pubblica, la percezione della realtà e stravolgere per sempre la vita delle persone.

E così - e qui si torna alla condizione del precario – due “non più giovani” precari che sognano di avviare la propria attività imprenditoriale “all’americana” attraverso il crowdfunding finiscono loro malgrado imbrigliati in una vera e propria “rete” che, dopo averli masticati, li sputa e se ne dimentica.

Leo racconta anche di una società che cambia e che alla domanda “manderesti un tuo video porno in rete per 250.000 Euro” risponde: “Che vuoi che sia”. Il regista romano, per narrare la storia di Anna e Claudio, utilizza il genere della commedia ricordando per certi versi la commedia all’italiana, quel filone cinematografico che ha caratterizzato il cinema italiano dagli anni 50 sino ai 70 e che Monicelli definiva in questo modo: “La commedia all’italiana è questo: trattare con termini comici, divertenti, ironici, umoristici degli argomenti che sono drammatici. È questo che distingue la commedia all'italiana da tutte le altre commedie” .

Che vuoi che sia è un film divertente con un retrogusto amaro, un film ironico e allo stesso tempo drammatico che cerca, insomma, di raccontare due fenomeni apparentemente distinti, ma che possono intrecciarsi con effetti esistenzialmente terribili: la mancanza di lavoro e la crudeltà dei social media.