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Con la vittoria del referendum sul matrimonio egualitario, la Svizzera si unisce a tutti gli altri paesi che in Europa hanno legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, liberando le famiglie LGBTQ+ dal giogo delle partnership registrate, una sorta di unioni civili alle quali erano relegate e che non riconoscevano gli stessi diritti e le stesse protezioni legali del matrimonio.

La Svizzera segna un altro passo avanti per l'uguaglianza e i diritti civili, così come recentemente hanno fatto Germania, Francia e Regno Unito.

Il matrimonio egualitario offre alle coppie omosessuali gli stessi diritti e le stesse protezioni legali di un matrimonio eterosessuale, permettendo loro di godere dei diritti di successione, di proprietà e di adozione che prima erano limitati o addirittura inesistenti nelle partnership registrate.

Tuttavia la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso in Svizzera non è stata priva di controversie. Alcuni gruppi religiosi e conservatori si sono opposti alla legalizzazione sostenendo che il matrimonio dovrebbe essere riservato solo alle coppie eterosessuali. Altri, come in un’Italia qualunque, hanno sostenuto che il matrimonio tra persone dello stesso sesso minerebbe i valori tradizionali della famiglia e della società.

Nonostante le sirene stonate dei Salvini d'oltralpe, la maggior parte dei svizzeri sembra supportare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Oltre il risultato del referendum svoltosi ieri, un sondaggio del 2020 rilevava come il 63% degli svizzeri fosse già favorevole alla legalizzazione del matrimonio omosessuale.

Anche in Svizzera si è riproposto lo stesso percorso già visto nelle altre democrazie liberali: il legislatore, intervento in ritardo rispetto ai progressi civili sostanziali già avvenuti e in certe situazioni già sedimentati, ha riconosciuto e dato valore formale a una situazione di fatto già presente e ben armonizzata nel tessuto sociale. Nelle altre democrazie liberali.