bonafede grande 

Dice: Bonafede, i quattordici morti in carcere, il rilancio della Menzogna Rigorista. Mancherebbe. Infatti, diciamo subito che è un’ignominia per l’Italia. Quattordici esseri umani morti, che dovevano essere rieducati: tale la sintesi di questo emblematico fallimento. Come pure sia detto con ogni forza che un indulto di due anni sarebbe un ragionevolissimo contemperamento, fra il “tempo ordinario della punizione” e “il tempo straordinario della malattia”

Nè la sua approvazione richiederebbe necessariamente lunghi mesi (e, comunque, il problema sanitario non è destinato a durare pochi giorni, purtroppo). D’altra parte, anche a prescindere dalla infausta commistione reclusione/prossimità, le condizioni delle nostre carceri sono largamente lageristiche, e un loro alleggerimento sarebbe d’aiuto non meno alla coscienza morale e civile della Repubblica, che al lenimento personale dei reclusi.

Certo. Tutto vero. Tutto sacrosanto. Però, una considerazione andrebbe aggiunta. Altrimenti, forse sarebbe meglio tacere: e non solo sulla questione carceraria.

Di Maio-Casalino-Bonafede (Conte ne è una sintesi ma, a suo modo, anche una specie di velleitario o prospettico superamento) sono stati qualificati l’Antemurale di Salvini: la cui reale pericolosità è stata insistentemente presentata come indiscutibile, e i cui invocati “pieni poteri”, certo un’equivoca balordaggine, erano e sono tuttavia da commisurare ai reali ed immediati, e ora accresciuti, “pieni poteri” dell’Apparato Giudiziario-Prefettizio (chissà per quale mistero, nel “caminetto garantista” di FB e affini, non compaiono mai le misure ante e praeter iudicium: che costituiscono il nuovo “core business” repressivo-inquisitorio).

Al quale Apparato, questo Governo ha assicurato una piena e incondizionata presenza fiancheggiatrice; inoltre, per giustificare l’Antemurale, si è sostenuta la rinuncia a “correre il Rischio Elezioni”; e, anzi, neutralizzandolo, “perché le chiede Salvini”: argomento autoreferenziale, ad essere miti, dato che in politica le questioni si studiano e si affrontano: non se ne tenta l’esorcismo (per inciso, la vicenda sanitario-politica up-down dell’On Zingaretti, sul piano metodologico, esemplifica impietosamente il precedente rilievo; comunque, sinceri auguri di pronta guarigione)

Cioè, si è scongiurato il rischio che venisse tentata anche una pur minima modificazione degli equilibri politici. O che venisse certificata una incancrenita insufficienza politica e culturale dell’Area di Centro Sinistra, o comunque la si voglia definire. Non so se quanti hanno sostenuto tale scelta ne abbiano “scrupolo”, per semicitare (non credo: certo, non se ne sentono molti).

Almeno, però, un’ipotesi critica dovrebbe essere affacciata. Se nelle carceri, prima, e (prima e dopo) pure fuori, si implementano e si invocano a gran voce “capacità cinesi” eh, si capisce: è un brutto ballo. Ma è un ballo che si è abbastanza voluto o, a dire il meno, piuttosto superficialmente lasciato ideare e organizzare.

Che Salvini fosse “imbattibile”; che avesse capacità politiche solide, per quanto poveramente ispirate; che si potesse liquidare l’ampio consenso suscitato come perduto, perché espresso da “barbari”, degni solo di una stomacata maledizione; e non, il più delle volte, da un prossimo confuso e a cui volgersi per persuaderlo (magari dopo averlo ascoltato mentre sbaglia la grammatica), ogni giorno di più, tende a risultare un alibi bugiardo, e piuttosto viscido, anche.

Bonafede, sì: ma non ha fatto tutto da solo.