Nel novembre dello scorso anno il presidente della Deutscher Fussball-Bund (la federcalcio tedesca), Reinhard Rauball, aveva paventato la "secessione" della UEFA dalla FIFA, come extrema ratio rispetto alla reticenza della dirigenza Blatter a rendere pubblici i risultati dell'inchiesta interna all'organizzazione del calcio mondiale relativa alle procedure di assegnazione dei Mondiali 2018 (in Russia) e 2022 (in Qatar).

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Già nel 2011, peraltro, erano stati gli inglesi ad evocare la separazione della federazione europea dalla FIFA, per le stesse ragioni. Senza il calcio del Vecchio Continente, a Joseph Blatter resterebbe in mano un pugno di mosche, uno sport privo del suo ubi consistam. La UEFA potrebbe tranquillamente pensare di organizzare i mondiali di calcio, invitando le singole federazioni nazionali dei paesi del globo a parteciparvi, secondo standard e criteri più trasparenti di quelli finora offerti dal governo pluridecennale di Sepp Blatter e dei suoi luogotenenti dei paesi esotici.

Non sappiamo come andrà a finire la vicenda. Non ha senso emanare sentenze affrettate e roboanti sui social network come fa quel masaniello di Diego Armando Maradona, ma nemmeno il signor Blatter può credere di poter resistere alle pressioni di chi (inclusi i grandi sponsor commerciali) gli chiede la rinuncia all'ennesima candidatura al vertice della FIFA. Esiste la presunzione di innocenza (come ha appena ricordato Vladimir Putin, chiaramente interessato a difendere Russia 2018), ma esiste anche il senso di opportunità.

Comunque andrà la vicenda giudiziaria e quella politico-sportiva, la lezione che dovremmo trarne è la seguente: bisogna sottrarre alla politica e soprattutto alla politica dei paesi non liberi l'organizzazione dei grandi eventi sportivi, in primis i Mondiali di calcio e le Olimpiadi. E' quasi un secolo che tali mega-eventi danno copertura e legittimità alle peggiori espressioni dell'umanità: dall'affermazione della potenza nazista di Berlino 1936 ai Mondiali di calcio di Argentina 1978, organizzati dalla stessa Giunta Militare che faceva sparire i suoi oppositori interni; dalla corruzione spinta di Italia 1990 alle voragini finanziarie provocate da Atene 2004. Numerose analisi economiche, peraltro, mostrano la sostanziale inefficacia di questi mega-eventi per la crescita economica delle città e dei Paesi ospitanti: tranne rare eccezioni, gli effetti sono quasi sempre di breve periodo ed i costi esorbitanti per le casse statali e i contribuenti.

Sepp Blatter e il "blatterismo" hanno contribuito per decenni a gonfiare questa bolla dei mega-eventi sportivi: che lui i suoi sodali siano innocenti o colpevoli delle accuse di corruzione che vengono loro rivolte dagli inquirenti americani, sarebbe opportuno che smettessero di occupare manu militari la FIFA. In caso contrario, se dovesse resistere e farsi riconfermare con il voto decisivo di Sao Tome e Principe e delle Isole Cayman, sarebbe davvero il caso che la UEFA se ne andasse portandosi via il pallone.

NB. Le ragioni dell'opportunità richiamate per Blatter avrebbero dovuto portare Carlo Tavecchio a non candidarsi a presidente della Federcalcio italiana.

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