Putin grande

La Russia di Putin non c’entra nulla con Lenin, con la Rivoluzione d'Ottobre o con l'Urss. Putin è un "conservatore autoritario" di stampo cesaropapista. Il suo dramma è il dramma storico dell'oscillazione russa tra progresso e ortodossia asfittica.

Da un punto di vista teologico, a questo tipo di "potente orientale" manca il "filioque", la fondamentale intuizione latina e occidentale, l'articolazione plurale del potere, la dinamica di relazione dello Spirito anche attraverso Gesù.

Pertanto, il monoteismo come problema politico (Erik Peterson docet) degenera automaticamente in un monarchianismo subordinazionista tutto incentrato sull'autorità del "Padre", sull’invincibilità della tradizione custodita dai pochi eletti. Sminuendo il "Figlio" si tradisce la dinamica trinitaria e ogni passaggio verso il futuro e la Salvezza comunitaria cui Cristo ci sprona. E la dinamica trinitaria conosce anche un'analogia di forme - non di sostanza - un'evocazione laica nella separazione dei poteri, nei limiti costituzionali alla terribile "sovranità".

Putin, va riconosciuto, non conosce transito, lascito e eredità. Non riconosce il passaggio delle responsabilità, non si figura un mondo senza sé stesso. Putin conosce solo l'arbitrio del potente paranoico (rileggere Massa e Potere di Elias Canetti consente di individuare la chiave interpretativa corretta di chi si convince della bestemmia: "dopo di me il diluvio").

Le fonti dell'aggressione russa all'Ucraina le ha spiegate bene l'autocrate del Cremlino all'inizio dell'operazione militare speciale. Basta andare a leggersi il comunicato originario. nLa sintesi è questa: “L'Ucraina non ha un futuro, ha solo un passato "russo" da interpretare come Destino. Gli ucraini non hanno il diritto di autodeterminarsi!”

La questione non è quindi economica (non va bene Marx per capire la fase) ma è squisitamente ideologica, spirituale: è l'applicazione contemporanea della dottrina dei "grandi spazi" di Carl Schmitt, è la concretizzazione attuale della basilare categoria non della Politica ma del suo terribile "neutro", "il Politico": quella associazione/dissociazione Amico/Nemico che è la porta infernale della guerra di annientamento.

Trump - poveri noi - è solo l'utile idiota di questa deriva ideologica. "L'idiota geniale" Musk è il Cavallo di Troia della nemesi dello Stato di Diritto. L'America di questa nuova destra tecnocratica, tradendo il suo retaggio liberale e occidentale, sta tradendo sé stessa, diviene altro da sè.

Il post umanesimo di Musk è solo questo: un triste superomismo che non può che giungere all'autodistruzione, alla follia.
L'unico baluardo di civiltà è l'Europa di Mattarella e di chi crede nei valori insiti nei trattati: “Mai più fame, mai più guerra”. La Speranza europea è come il "Kathechon" di Paolo innanzi all'anomia dell' Anticristo (Seconda Lettera ai Tessalonicesi). È il freno democratico al Potere scatenato dell'Uno, dell'Unico. Cesare - lo Zar - non è il Cristo!