Innovazione e mercato
"Salviamo la festa di piazza Navona", supplica una pagina aperta su Facebook qualche giorno fa.
Nella presentazione, poi, si arriva a toni dickensiani, che, se non fosse per i punti e virgole usati alla Totò e Peppino, provocherebbero senza dubbio commozione generale: "L'amministrazione comunale vuole cancellare 140 anni di storia,.. Aiutaci anche tu a bloccare questo funerale.... Fai sorridere migliaia di bambini....".
Dire che l'economia italiana non è competitiva perché facciamo poca ricerca e innovazione è ormai diventato un luogo comune. Come dire che non c'è più la mezza stagione. I luoghi comuni sono pericolosi. Mettono d'accordo tutti facilmente, ma spesso alimentano opinioni fuorvianti, basate su piccoli e grandi equivoci.
Leggi tutto...L'India rappresenta una grande opportunità per l'export e il Made in Italy. L'Italia è tra i paesi UE il terzo per investimenti diretti, con una crescita complessiva del 59% tra il 2011 e il 2012. Negli ultimi 20 anni, dal 1991 al 2011, l'interscambio commerciale Italia-India è cresciuto di 12 volte, passando da 708 milioni a 8,5 miliardi di Euro. Le aziende italiane in India sono più di 400 (FIAT, Ferrero, Eni, Generali, e Saipem).
Leggi tutto...Un paese tutto da liberalizzare. Il rapporto annuale dell'Istituto Bruno Leoni
Nessun punto di vera eccellenza, molti risultati rasenti alla mediocrità e qualche indice pessimo. Così si presenta l'Italia all'Indice delle Liberalizzazioni 2014 presentato ieri come ogni anno a partire dal 2007 dall'Istituto Bruno Leoni (IBL), think tank liberale e liberista, presso l'Istituto Luigi Sturzo a Roma. Lo studio è volto a misurare il grado di apertura dei mercati in diversi settori dell'economia.
Leggi tutto...L'Italia non brilla certo per la sua competitività, il Global Economic Forum, nel suo rapporto 2014-2015, ci colloca al 49mo posto, e ce lo giochiamo con Kazakistan e Costa Rica. Certo, stiamo un po' meglio della Federazione Russa, ma siamo dietro a paesi come Porto Rico o Thailandia, che non si definirebbero propriamente avanzati. Il rapporto, impietoso, ci colloca inoltre nell'Europa di serie B, aggiungendo che, a differenza di alcuni nostri compagni di viaggio, non registriamo nemmeno segni di miglioramento.
Leggi tutto...La settimana scorsa la nostra azienda ha partecipato a una delle fiere più importanti al mondo nel settore delle macchine agricole. Abbiamo avuto la sgradita sorpresa di trovare esposta, in un altro stand, la copia Made in China della macchina da noi prodotta. È vero, forse avremmo potuto investire qualche soldino in più e allertare il nostro solito avvocato, invece di affidarci ad altri lì presenti, tanto fumosi quanto inefficaci.
Leggi tutto...Ho letto con interesse l'articolo di Andrea Arrigo Panato sulla crisi di credibilità del Made in Italy. E' qualcosa con cui il mio team si confronta quotidianamente, dal momento che operiamo a livello globale e la politica di marchio è fondamentale. Made in Italy è una bella storiella che ci raccontiamo tra di noi, ma è ormai solo uno dei tanti componenti dell'immagine di un'azienda.
Leggi tutto...La scarsa competitività del Paese sta modificando la percezione di un marchio Made in Italy tradizionalmente molto trasversale e rivolto ad un pubblico ampio e variegato. Se da una parte ci consola che il marchio Made in Italy sia sempre più focalizzato sull'alta gamma, appare preoccupante che per i marchi premium questo non rappresenti più un elemento cosi distintivo.
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