Alcuni spunti e consigli di lettura raccolti qua e là dalla redazione di Strade: i paradossi della spesa per la ricerca finalizzata, le tasse sulle famigerate "rendite finanziarie", i vizi e le virtù degli autisti dell'Atac, i limiti dell'approccio tecnocratico a povertà e sviluppo, l'alta velocità della spesa ferroviaria. Buona domenica!

cappucciocornetto

- "Hanno atteso speranzosi di sapere se qualcuno di loro ce l’aveva fatta, i 15 giovani ricercatori calabresi che hanno partecipato al bando per Ricerca Finalizzata 2011-2012, i cui risultati sono stati pubblicati dal Ministero della salute nei primi giorni di febbraio 2014. Dei loro nomi, però, nessuna traccia nella lista dei vincitori. C’è voluto poco per scoprire l’arcano: il ministero non ha mai ricevuto i loro progetti, perché il funzionario della Regione Calabria che avrebbe dovuto materialmente inserirli nel portale dedicato si era ridotto all’ultimo giorno utile e proprio quel giorno, ha dichiarato, c’era stato un problema di rete nella sede regionale". Daniela Ovadia, sull'ultimo numero de Le Scienze, racconta le trappole della ricerca finalizzata, vicenda che dice moltissimo sul modo in cui vengono spesi i fondi per la ricerca in Italia.

- La slide che Matteo Renzi non ha mostrato nell'ultima conferenza stampa: due conti facili facili di Mario Seminerio sul livello reale della tassazione su reddito da capitale in Italia, oltre i luoghi comuni.

- "Chiunque abbia mai utilizzato i mezzi pubblici a Roma sa che i tempi di attesa di un autobus sono alquanto aleatori. Le spiegazioni, in ordine di ufficialità, sono le seguenti: assenteismo e traffico, secondo Atac (l’azienda di trasporti capitolina); mancanza di risorse, secondo i sindacati. È convinzione di molti romani che ci sia anche un’ulteriore spiegazione, complementare e non necessariamente alternativa alle prime tre: il mancato rispetto degli orari di partenza dal capolinea. Le malelingue riferiscono di autisti che ritardano o anticipano la partenza della propria corsa per condividere un caffè o una sigaretta con i colleghi della corsa precedente o successiva". Un'inchiesta (su Linkiesta) di Stefano Gagliarducci e Raffaele Saggio svela il mistero utilizzando gli open data di Atac, che permettono di seguire gli spostamenti delle vetture via GPS.

- L'ultimo libro di William Easterly (The Tyranny of Experts: Economists, Dictators, and the Forgotten Rights of the Poor) si interroga sull'efficacia dell'approccio tecnocratico alla povertà: come gli esperti dello svilppo rafforzano il potere dei dittatori e contribuiscono a mantenere milioni di persone intrappolate nella miseria. Foreign Policy pubblica in anteprima un intero capitolo del libro. In ìnglisc.

- "La spesa pubblica ferroviaria dell’Italia nei 21 anni trascorsi dalla trasformazione di FS in società per azioni (1992-2012) è stata enorme: 207,7 miliardi di euro, di cui 84,8 di parte corrente e 122,8 in conto capitale, ricostruiti sommando i dati storici, senza alcuna rivalutazione monetaria. Se l’efficienza ferroviaria fosse stata la stessa degli altri paesi, a parità di servizio i contribuenti italiani potrebbero spendere circa la metà". Un paper di Ugo Arrigo e Giacomo Di Foggia per l'Istituto Bruno Leoni racconta l'alta velocità della spesa ferroviaria in Italia.