Rassegna stampa ragionata, libera ed eclettica curata da Marion Sarah Tuggey.

jeb bush

- Donald Trump e Jeb Bush, friends with (no) benefits. “Non sono sorpreso del fatto che Jeb Bush si sia dimostrato un grande statista fino alla fine,” ha dichiarato uno dei supporter dell’ex candidato alle primarie GOP. “Il Partito Repubblicano può essere cambiato, ma Jeb Bush no.” Il che, come hanno dimostrato i fatti, può essere una caratteristica molto positiva per l’uomo, molto negativa per il candidato. C’è invece chi cambia mogli in gran numero, ma non aumenta il salario ai dipendenti di uno dei suoi più grandi hotel: Donald Trump, ancora fortemente favorito nella corsa alla nomination. Certo non gli si possono fare domande troppo specifiche (forse perché non sa dare le risposte giuste, chiediamolo a Mika Brzezinski ), ma forse saprà dirci se è pro-business o pro-market?

 

- Tre diritti in barca, per non parlar di Hoover. Vita, libertà e ricerca della felicità al tempo della sorveglianza di massa: dai Greci a Sun Tsu alla chiesa cattolica medievale - che ha introdotto l’idea delle ‘minacce metafisiche alla sicurezza delle anime, con risultati a dir poco discutibili, *hello, Santa Inquisizione* - allo Espionage Act americano del 1917 voluto dal Presidente Wilson, fino al grande regno di Hoover sull’FBI e di Dulles sulla CIA: una carrellata di personcine sempre meno raccomandabili che hanno cercato di spiare sempre più nelle vite dei (propri) cittadini. Siamo tutti Open to Inspection.

 

- India/1: Le mucche sacre, più sacre dell’uomo. Ritorniamo sull’India - e sul tremendo dilagare dell’estremismo, politico e religioso (spesso una cosa sola quando si parla di India): dei musulmani sospettati di aver mangiato carne di mucca, ritenuta un animale sacro dall'induismo, sono stati linciati. La mucca, un ‘animale politico’ che vale più della vita umana in certe società.

 

- India/2: La vera potenza mondiale dei tessuti? L’India, come annunciato dal Presidente Modi, si sta aprendo agli investimenti stranieri e a partnership per poter arrivare non solo a produrre tessuti per il resto del mondo, ma anche a soddisfare il crescente mercato interno. Made in India, low-label no more?

 

- Yaoundé, capitale del Cameroun. E dei sacchetti di plastica. Roger Milla, ex calciatore della nazionale camerunese, ha deciso contrariamente a tanti ex colleghi di non continuare una carriera nel mondo del calcio: si dedica invece a ripulire la sua città, Yaoundé, dall’invasione dei sacchetti di plastica. La sua associazione, Cœur d’Afrique, promuove la difesa dell’ambiente e la diffusione dell’idea di sviluppo sostenibile. Non più sacchetti, ma sampietrini: viva le strade impermeabili.

 

- Facciamo come l’Argentina? Anche no. “Noi, argentini che risiedono in Francia, siamo preoccupati per la regressione degli avanzamenti democratici nel nostro paese da quando Mauricio Macri è stato eletto a capo dello stato.” Inizia così la lettera aperta, spedita da una serie di nomi illustri argentini a Hollande in occasione della sua visita ufficiale in Argentina, che descrive i timori sempre più pressanti di un popolo che non vuole perdere le libertà faticosamente conquistate.

 

- Le AdiJordan? Quasi. Abbiamo parlato ieri della scaramanzia degli sportivi - Michael Jordan incluso. Avete mai letto la storia del suo accordo con la Nike, che rischiava di non essere siglato affatto: il re dell’aria voleva firmare con Adidas. Per fortuna della Nike non lo ha fatto, e le AirJordan sono tuttora un simbolo riconosciuto a livello mondiale.

 

@masaraht

Le scorse rassegne si trovano nel sommario di Terza Pagina.