Concomitanza temporale o nesso causale? Il problema è tutto lì: comprendere se nel caso di alcuni decessi segnalati a distanza ravvicinata dall'assunzione del vaccino antiinfluenzale Fluad e l'assunzione del vaccino stesso vi sia un rapporto di causa-effetto. In sostanza, se è stato il vaccino a uccidere.

luca pani

Ovvero, questo sembrerebbe essere solo il problema di AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, dal momento che per giornali e TV questo rapporto sembra essere già dato per scontato. Sentenza emessa: il vaccino uccide. Visto, si stampi.

Il prof. Luca Pani, che di AIFA è direttore generale, è sconfortato, oltre che comprensibilmente stanco dopo giorni sotto pressione: "individuare segnali comprensibili nel rumore di fondo è la cosa più difficile, e diventa ancora più difficile in un clima del genere" racconta a Strade. E ci tiene a ricordare i numeri, la sostanza di cui è fatto il rumore di fondo: "una media di più di 1300 persone al di sopra dei 65 anni muore ogni giorno in Italia. Anche se solo una piccola parte di essa fosse vaccinata, ci dovremmo statisticamente attendere un numero di decessi nelle 24 ore successive all'assunzione del vaccino superiore ai dodici casi di cui oggi si discute. Questo è il rumore di fondo. Peraltro – specifica – il Fluad è indicato proprio per persone particolarmente fragili, come gli anziani soggetti a malattie croniche come diabete e disturbi cardiovascolari".

Ma allora, se tutto torna, perché l'impiego di quei lotti è stato sospeso? "Abbiamo ricevuto delle segnalazioni riferite a due specifici lotti, una correlazione sospetta di fronte alla quale era nostro dovere intervenire. Ma già oggi – prosegue Pani – si parla di sei lotti. Il che contribuisce a diluire fortemente le probabilità che vi sia una relazione di causa-effetto". Per averne certezza bisognerà aspettare i primi risultati delle analisi dell'Istituto Superiore di Sanità, che arriveranno in settimana, ma nel frattempo alzare polveroni è il comportamento più imprudente.

Nelle emergenze sanitarie, di qualsiasi ordine di grandezza, si mette in moto un processo nel quale la pubblicità delle informazioni è una fase importante: è necessario che le autorità competenti acquisiscano nuove informazioni, e questo è possibile solo se la notizia dei casi sospetti raggiunge il grande pubblico. Dalla frequenza e dalla natura di nuove segnalazioni è già possibile abbassare il volume del rumore di fondo, ripulire il segnale e avere un quadro più chiaro della situazione. Ma è necessario che ognuno faccia la sua parte con responsabilità, per evitare le psicosi e la moltiplicazione dei falsi allarmi. E in questo caso il corto circuito c'è stato prima di tutto a livello mediatico.

"Non solo" insiste Pani. "ci sono regioni che hanno bloccato la campagna di vaccinazione antiinfluenzale, creando allarmismi inutili ed esponendo la popolazione a inutili rischi". Ma chi ha l'ultima parola su queste cose, in Italia? Pani sospira: "esiste l'AIFA, un'agenzia nazionale, che è l'unico organismo che dispone degli strumenti per valutare la sicurezza di un farmaco". E quindi, le regioni non potrebbero intervenire? "Quantomeno non dovrebbero. Se lo fanno per ragioni mediatiche o perché temono, come è probabile, la possibilità di ricorsi, contribuiscono a costruire un sistema sanitario il cui fine ultimo è fare gli interessi dell'istituzione stessa, e non quelli dei cittadini utenti".

Perché nel frattempo, anche questo è rumore di fondo, circa 8000 persone muoiono ogni anno per le complicazioni dell'influenza, e sono soprattutto anziani non vaccinati. "Anche sospendere le vaccinazioni è una decisione che porta con sé delle conseguenze, e sono molto gravi".