Con le voci analizzate nei precedenti approfondimenti si arriva a ben oltre il 90% della spesa pubblica complessiva: le tre voci rimaste delle dieci della classificazione COFOG, infatti, hanno un peso di gran lunga inferiore rispetto al totale. Per l'Italia, tali voci ammontano a circa 2,2 punti di PIL.

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Le tre voci che consideriamo in questo approfondimento sono la COFOG #5 Protezione dell'Ambiente, COFOG #6 Edilizia e Comunità, e COFOG #8 Divertimenti, Cultura e Religione. La seguente tabella mostra i totali in miliardi di euro e in percentuale di PIL di queste tre voci per i maggiori paesi europei, nel 2011.

 

Germania

Spagna

Francia

Italia

UK

Ambiente (mld €)

16.3

9,9

21,8

14,1

16,8

Edilizia (mld €)

13,7

6,4

38,3

10,8

15,4

Cultura (mld €)

20,8

16,0

29,0

8,7

18,2

Ambiente (%)

0,6

0,9

1,1

0,9

1,0

Edilizia (%)

0,5

0,6

1,9

0,7

0,9

Cultura (%)

0,8

1,5

1,5

0,6

1,0

 

L'Italia è relativamente parca in queste voci di spesa, se viste a livello aggregato. Le cose non stanno così però per alcune delle sottovoci. Mentre per Ambiente ed Edilizia potremmo ridurre la spesa avvicinandoci alla Germania, per Cultura (che include anche in realtà anche altre voci) spendiamo meno di tutti. Data l'esiguità delle somme in gioco, i risparmi potenziali sarebbero comunque contenuti anche nelle voci dove spendiamo relativamente di più, ma sono comunque interessanti.

L'Italia non spende molto neanche per il personale, come si vede nella seguente tabella, e ciò è sorprendente visto il peso che la spesa per il personale ha per l'istruzione, le forze armate e l'ordine pubblico.

 

Germania

Spagna

Francia

Italia

UK

Ambiente (mld €)

2,5

1,6

4,7

1,7

3,4

Edilizia (mld €)

3,7

1,1

8,8

2,4

2,2

Cultura (mld €)

6,3

4,6

10,4

2,6

4,7



La spesa per l'ambiente

Sebbene la spesa per l'ambiente italiana non sia particolarmente elevata rispetto ai maggiori paesi europei, alcune voci mostrano spese molto maggiori. Non sempre sono però voci in cui l'Italia può vantare grandi risultati, e la cosa può indicare gravi inefficienze nella fornitura dei servizi in questione.
I dati per la Spagna sono per il 2010, per gli altri paesi il 2011.

 

Germania

Spagna (2010)

Francia

Italia

UK

Rifiuti (mld €)

4,9

5,7

10.5

7,3

13,4

Biodiversità e territorio (mld €)

1,1

1,6

1,7

4,2

0.6

 

L'Italia spende per i rifiuti più di Germania e Spagna (per la Spagna la questione è legata alla minore popolazione), e spende più degli altri quattro paesi, quasi più di questi messi assieme, per la protezione della biodiversità e del territorio. Con 800 milioni di spesa per il personale per questa seconda voce, il problema non è solo legato al numero di dipendenti o agli stipendi, perché anche i consumi intermedi, 1,2 miliardi, sono molto maggiori che negli altri paesi. Per i rifiuti la spesa per il personale non conta granché (210 milioni, il dato più basso) – segno che i servizi sono dati in gestione – mentre la spesa per consumi intermedi (6,6 miliardi) è molto più alta di quella tedesca (3,8) e spagnola (4,6), anche considerando la minore popolazione spagnola.

Non è improbabile che imitando le pratiche tedesche si possano risparmiare fino a 5 miliardi da queste due voci. Le altre sottocategorie COFOG sono la gestione delle acque reflue, la riduzione dell'inquinamento, e altre non categorizzate. In nessuna di queste voci l'Italia ha una spesa fuori linea, e anzi in diverse spende di meno.

 

La spesa per l'edilizia e il territorio

Per edilizia e territorio l'Italia spende più della Spagna, ma meno di Francia e Gran Bretagna. Aggiustando per la popolazione, la spesa pro capite è invece molto maggiore che in Spagna, e poco maggiore che in Germania (nonostante il ben maggiore PIL pro capite di quest'ultima).
Sono due le voci in cui la spesa italiana è maggiore che nella maggior parte degli altri paesi presi in considerazione in questo confronto: le forniture idriche e l'illuminazione pubblica. Anche in questo caso, non certo due capitoli in cui l'Italia eccelle.

 

Germania

Spagna

Francia

Italia

UK

Acqua (mld €)

0,8

2,0

2,8

1,7

0,5

Illuminazione (mld €)

0,7

1,1

1,5

1,6

0,8

 

Rispetto al totale della voce COFOG relativa, queste due sotto-categorie contano relativamente poco, ma è evidente che potenzialmente si potrebbe arrivare a risparmiare oltre un miliardo su questa voce.

 

La spesa per la cultura, i divertimenti e la religione

Per la cultura, i divertimenti e la religione l'Italia spende molto poco, da metà ad un terzo degli altri paesi. Anche in questo caso, l'analisi COFOG di secondo livello permette di distinguere alcuni ambiti in cui la spesa italiana è maggiore che negli altri paesi. In questo caso la spesa superiore a quella degli altri paesi è quella per le attività di culto.

 

Germania

Spagna

Francia

Italia

UK

Religione (mld €)

0,7

1,4

0,3

2,2

0,1

 

Queste spese sono probabilmente legate ad accordi internazionali (con la Santa Sede) e quindi forse difficili da toccare, ma potenzialmente si potrebbe risparmiare quasi l'intero ammontare, avvicinandosi al modello francese e inglese di non finanziare attività religiose. Anche imitando la Germania, il risparmio sarebbe ben superiore a un miliardo.


Conclusioni

Le tre voci analizzate in questo articolo contano relativamente poco sul bilancio complessivo, e l'Italia a livello aggregato non spende eccessivamente. In alcune sottocategorie però la spesa non è in linea con quella di altri paesi, e non si tratta di ambiti in cui l'amministrazione italiana eccelle: la raccolta dei rifiuti, la protezione del territorio...

I risparmi potenziali per queste voci ammontano comunque a 7-8 miliardi, e in una legislatura i risparmi realizzabili sarebbero una frazione di questo ammontare. In molti di questi ambiti l'inefficienza del servizio testimonia l'incapacità dell'amministrazione di fornire beni pubblici adeguati con costi ragionevoli, e questo è probabilmente più importante di risparmiare pochi miliardi: guadagnare efficienza significa ottenere di più pagando di meno.

Purtroppo ogni aumento di efficienza, come del resto ogni riduzione della spesa pubblica, si scontra contro interessi concentrati, organizzati e ben trincerati nel sistema politico e giuridico italiano.