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E' una storia tanto drammatica quanto esemplificativa quella dell'Aids, di cui oggi si celebra la giornata mondiale. Una storia di tabù infranti, di avanzamento nella ricerca scientifica, di emancipazione e di nuovi diritti per la comunità Lgbt, che a cominciare da questa battaglia ha trovato la consapevolezza dello "united we stand, divided we fall".

La storia dell'Aids comincia quando tramonta definitivamente il mondo bucolico e spensierato dell'amore libero sessantottino, che all'alba degli anni 80 non solo era stato metabolizzato, ma risultava ormai anacronistico rispetto alla società tecnologica degli yuppies di Wall Street. Nuovi diritti stavano per affacciarsi, nuovi tabù stavano per cadere.

La storia dell'Aids è strettamente legata a quella del movimento Lgbt. Si è compattato nella battaglia per l'accesso alle cure e, partendo da qui, è arrivato fino ai giorni nostri: oggi, in buona parte dell'occidente, non si parla più di diritti delle persone omosessuali ma di diritti delle coppie e delle famiglie omosessuali. Una rivoluzione cominciata oltre 30 anni fa e che ancora non si è fermata .

La storia dell'Aids è innanzitutto un storia di pregiudizi e di omofobia. Il paziente zero, lo steward venticinquenne dell'Air Canada, Gaëtan Dugas, veniva descritto come un predatore sessuale gay che ha portato e diffuso il virus dell'Hiv prima nel Nord America e poi nel resto del mondo. Fu anche così, oltre che per una mancanza di conoscenza completa del fenomeno, che l'Aids fu denominato inizialmente "Gay-related immune deficiency" (GRID), per molti semplicemente il "cancro dei gay".

Sebbene questa teoria (la correlazione tra omosessualità e Hiv) fu smentita ben presto dalla comunità scientifica, politica e istituzioni decisero sostanzialmente di chiudere gli occhi: solo nel 1987 l'allora presidente americano Ronald Reagan pronunciò per la prima volta la parola Aids, nonostante il fatto che una delle persone a lui più vicine, l'attore Rock Hudson, nel 1985 morì proprio per aver contratto questa malattia, pochi mesi dopo averne dato pubblicamente annuncio.

Recentemente un documentario "When Aids Was Funny" ha riportato all'attenzione le responsabilità dell'amministrazione Reagan nel sottovalutare la diffusione dell'epidemia dell'Aids, che nel 1982 negli Stati Uniti aveva già provocato 853 vittime. In Italia, il ministro della Sanità Donat Cattin disse che "l'Aids ce l'ha chi se lo va a cercare", e nel 1988 inviò una lettera a tutti gli italiani per dire che era "consigliabile attenersi" a "un’esistenza normale nei rapporti affettivi e sessuali".

Il fatto che sin da subito l'Aids venisse considerato limitato ad alcune determinate categorie di persone (gay e tossicodipendenti) rallentò molto le ricerche in questo campo. Gli alti costi dei farmaci portarono inoltre a un vero e proprio fai-da-te farmaceutico, che sviluppò un mercato illegale e parallelo di medicine mixate artigianalmente per frenare il decorso della malattia. Nel film Dallas Buyers Club si racconta la storia vera di Ron Woodroof, eterosessuale che contrae l'Aids e che mette in piedi un vero e proprio supermarket illegale di farmaci destinati alla comunità lgbt texana.

Tutto questo portò alla nascita di varie associazioni gay, tra cui la newyorkese Act Up. Attraverso una serie di azioni dimostrative tra l'87 e i primi anni 90 portò all'attenzione di media, istituzioni e mondo della finanza il dramma dell'Aids che, nel frattempo, tra l'81 e l'87, aveva ucciso nella totale indifferenza oltre quarantamila persone solo negli Usa. Di lì a poco, nel 1992 l'Aids sarebbe diventata la prima causa di morte tra i maschi Usa nella fascia di età 25-44 anni.

Quella di Act Up fu una delle prime esperienze di politica attiva della comunità gay che scosse le coscienze e che portò il tema dell'Aids e della mancanza di cure all'attenzione dell'America e del mondo intero, ponendolo come una vera e propria emergenza politica. Nel 1993 si riunì per la prima volta a Washington l'Aids Watch a cui partecipano membri di associazioni di tutta America per creare una lobby che esercitasse pressioni sul congresso perché venissero aumentati i fondi per la ricerca.

Sforzi che portarono finalmente a una svolta: nel 1996, lo scienziato taiwanese David Ho impose il nuovo standard Haart (Highly Active Anti-Retroviral Therapy), basato sulla combinazione di due inibitori, che ridusse drasticamente le morti.

Nella giornata mondiale dedicata all'Aids si ricorda come ancora oggi questa malattia rimanga un'emergenza a causa della scarsa informazione e dell'accessibilità delle cure: secondo l'Oms ad oggi sono 37 milioni le persone che convivono con l'Hiv.

Infettati a causa dell'ignoranza, dell'antiscientismo, del pregiudizio, ancor prima che delle loro abitudini sessuali o dei loro stili di vita.