Sul numero zero di Strade abbiamo ospitato un articolo di Silvia Bencivelli sul caso Stamina. Un articolo che ha avuto un successo ed una diffusione inattesi, ben superiori ad ogni nostra aspettiva, considerato anche il fatto che la nostra rivista, ancora agli esordi, non gode di una buona indicizzazione sui motori di ricerca. Un successo ed una diffusione che evidenziano, e la cosa ci conforta, che anche un'informazione ispirata alla correttezza e alla razionalità può arrivare là dove solitamente arrivano demagogia ed argomentazioni "di pancia".

golia

L'attenzione pubblica su Stamina era stata sollevata, nel febbraio scorso, dalla trasmissione televisiva Le Iene e da uno dei suoi conduttori, Giulio Golia, che da allora è tornato più volte sull'argomento. Oggi la stessa Silvia Bencivelli, insieme al direttore de Le Scienze Marco Cattaneo, Emanuele Menietti, Salvo Di Grazia, Alice Paci e Antonio Scalari pongono a Giulio Golia e alla redazione de Le Iene 10 domande. Scrive Silvia sul suo blog:

Se il caso Stamina esiste, è perché le Iene hanno dato una straordinaria visibilità alla vicenda operando alcune scelte che per noi, che in qualche modo siamo loro colleghi, sono tuttora difficili da capire. Nei loro servizi televisivi sono stati omessi molti aspetti della storia, compresi quelli più inquietanti e legati al lavoro della magistratura. Sono stati mandati in onda bambini sofferenti, a dispetto di regolamenti e protocolli sull’impiego dei bambini in tv. Sono stati criticati gli scienziati che, sul protocollo Stamina, hanno avanzato il più banale dei dubbi: se è la soluzione a tante terribili malattie, perché chi lo possiede non lo apre al mondo, perché non lo rende pubblico, perché non permette a tutti di usarlo?

Noi crediamo che la credibilità della buona informazione non risieda tanto nel "non sbagliare", quanto nel saper riconoscere e correggere i propri errori. La rettifica non tutela soltanto il lettore o il telespettatore, ma anche la dignità professionale del giornalista. Giulio Golia e Le Iene, su Vannoni e su Stamina, hanno sbagliato. Succede. Quando succede, far finta di nulla non dovrebbe essere una opzione praticabile anche se, lo sappiamo, in questo paese malato di scarsissimo senso della responsabilità, è purtroppo la regola. Ma il successo di articoli come quello di Silvia Bencivelli su Strade sono lì ad indicare quanto, su temi che hanno a che fare con la sofferenza reale delle persone, sia forte il bisogno di comprendere, per fare scelte consapevoli e informate. Студентка решила заняться сексом с этим скромным парнем в очках

Per questo Strade si unisce alla richiesta di risposte alle dieci essenziali domande che potete leggere qui sotto. Sono domande alle quali Golia e la redazione de Le Iene potranno scegliere di rispondere, anche se ci sapremmo accontentare di un semplice e dignitoso: "scusate, ci siamo sbagliati. Cercheremo di fare in modo che non accada più".

  1. Perché voi delle Iene non spingete Davide Vannoni a rendere pubblico il metodo Stamina? Se è davvero così efficace, non pensa sia giusto dare la possibilità a tutti i medici e pazienti di adottarlo?
  2. Nei suoi servizi per Le Iene ci ha mostrato alcuni piccoli pazienti in cura con il metodo Stamina. Dopo otto mesi e quasi 20 puntate, perché non ha mai coinvolto le altre persone che Vannoni dice di aver curato negli ultimi anni, invitandole a mostrare i benefici del metodo stamina?
  3. Perché non ha mai sentito la necessità di dare voce anche a quei genitori che, sebbene colpiti dalla stessa sofferenza, non richiedono il trattamento Stamina e anzi sono critici sulla sua adozione?
  4. Nel primo servizio su Stamina lei dice che Vannoni prova a curare con le staminali casi disperati «con un metodo messo a punto dal suo gruppo di ricerca». Di quale gruppo di ricerca parla? Di quale metodo?
  5. La Sma1 non sarebbe rientrata nella sperimentazione nemmeno se il Comitato l’avesse autorizzata, perché lo stesso Vannoni l’ha esclusa, ritenendola troppo difficile da valutare in un anno e mezzo di studi clinici. Come mai continua a utilizzare i bambini colpiti da questa patologia come bandiera per la conquista delle cure compassionevoli?
  6. Perché non ha approfondito la notizia delle indagini condotte dalla procura di Torino su 12 persone, tra cui alcuni medici e lo stesso Vannoni, per ipotesi di reato di somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, truffa e associazione a delinquere?
  7. Perché non ha mai interpellato nemmeno uno dei pazienti elencati nelle indagini della procura di Torino?
  8. Perché ha omesso ogni riferimento alle accuse di frode scientifica da parte della comunità scientifica a Vannoni, al dibattito attorno alle domande di brevetto e alle controversie che hanno portato a un ritardo nella consegna dei protocolli per la sperimentazione?
  9. In trasmissione lei fa riferimento alle cure compassionevoli, regolamentate dal Decreto Turco-Fazio. Perché non ha spiegato che il decreto prevede l’applicazione purché «siano disponibili dati scientifici, che ne giustifichino l’uso, pubblicati su accreditate riviste internazionali»?
  10. Se il metodo Stamina si dimostrasse inefficace, che cosa si sentirebbe di dire alle famiglie dei pazienti e all’opinione pubblica?