Istituzioni ed economia
L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti era stata accolta a Pechino con sentimenti contrastanti. Da una parte, il timore per un politico 'sconosciuto', le cui linee guida in politica estera apparivano avvolte ancora nella nebbia; dall’altra, la speranza che in fin dei conti, una volta scrostata la propaganda, le politiche dell’amministrazione Trump si sarebbero rivelate più realiste di quelle di Hillary Clinton.
Leggi tutto...Il No ha prevalso (soprattutto tra i giovani, nelle regioni meridionali ma anche in tanta parte della provincia settentrionale) perché c'è disagio sociale, massiccia disoccupazione, sfiducia nel futuro. Tutto sacrosanto, pacifico, quasi scontato se analizzato in senso storico e con un occhio rivolto alle dinamiche di tutto l'Occidente. Ho però paura che una parte rilevante del 'popolo del No' boccerebbe oggi anche le misure più coraggiose con cui provare a fermare il declino.
Leggi tutto...Matteo Renzi ha perso con classe il referendum sulla sua riforma costituzionale, riconoscendo la sconfitta e lasciando l'incarico di presidente del Consiglio. Sono poco convincenti le accuse che gli sono state mosse, durante la campagna, sulla personalizzazione del referendum. In primo luogo perché la vicenda ha dimostrato che la personalizzazione può determinare risultati disastrosi, opposti a quelli desiderati.
Leggi tutto...L'idea che tutte le forze politiche italiane aspettino che sia la Corte Costituzionale a risolvere il problema del sistema elettorale con cui si voterà alle prossime elezioni di Camera e Senato non è solo politicamente irresponsabile, ma istituzionalmente idiota. Non avendo i partiti (parola grossa) in Parlamento né voglia, né modo di compromettersi con un accordo, allora tutti, nessuno escluso, si accordano per buttare la palla nel cortile della Consulta.
Leggi tutto...Niente riforme, siamo italiani
L’Italia ha informato il resto del mondo di essere un paese irriformabile. Lo ha fatto con il timbro incontestabile della volontà popolare espressa a larga maggioranza, e lo ha fatto con i fondamentali economici non molto diversi da quelli del 2011. Di più, oggi abbiamo il sistema bancario più esposto di allora, e i crediti deteriorati 'in pancia' alle nostre banche sono uno specchio della 'vitalità' dell’economia reale.
Leggi tutto...Renzi rimanga fedele a quel 41%
Nel voto di ieri si sono sommate due tendenze, una 'globale' e l’altra 'locale'. Quella globale – la stessa che ha portato alla Brexit e all’incredibile trionfo di Trump negli Stati Uniti – è la prevalenza del voto-contro come talismano della paura, dell’anti-politica come reazione apotropaica ai pericoli di un mondo che si è insieme ingrandito e rimpicciolito, per quel fenomeno che sbrigativamente chiamiamo 'globalizzazione'.
Leggi tutto...In pochi se lo ricordano, nessuno ne ha parlato diffusamente in questa campagna referendaria, ma gli italiani si sono già espressi sulla riforma costituzionale. Non l’hanno fatto optando tra due scelte, come accadrà domenica, ma attraverso una vasta consultazione pubblica con ampi questionari che ha coinvolto più di 200mila persone per un tempo pari a circa 4 milioni di minuti.
Leggi tutto...Non vorrei che i ragionevoli inviti a non dare troppo ascolto agli scenari apocalittici descritti dai promotori del Sì e del No al referendum di domenica si traducessero in una sorta di processo di rimozione delle conseguenze del voto, che pure ci sono e sono notevoli. Il voto consapevole, per ognuno di noi, è il prodotto di un mix di ragioni che non si fermano al merito tecnico del quesito.
Leggi tutto...