La commissione Trasporti della Camera ha oggi dato il via libera alla privatizzazione parziale di Poste Italiane e di Enav, con alcune raccomandazioni. Una, in particolare, valida per entrambe le società, riguarda l’utilizzo del gettito derivante dall’operazione:

"Si assumano da parte del governo le iniziative, anche di carattere normativo, utili a permettere che il gettito derivante dalla cessione di una quota di minoranza del capitale di Poste sia destinato a interventi che possano sostenere efficacemente il rilancio dell'economia, con particolare riferimento allo sviluppo della banda larga e delle reti di nuova generazione, ad investimenti infrastrutturali per le reti di trasporto, a interventi urgenti contro il dissesto idrogeologico".

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Tutto molto bello, ma purtroppo non funziona (o non dovrebbe funzionare) in questo modo. Come sa qualsiasi padre di famiglia, si cede parte del proprio patrimonio per ridurre la propria esposizione debitoria, quando questa è insostenibile, non per azzardare nuovi investimenti. Dato che l’Italia è un padre di famiglia molto indebitato, costretto a pagare ogni anno altissimi interessi sul debito pubblico, l’unico modo razionale per utilizzare il gettito delle privatizzazioni è quello di ridurre lo stock di debito, riducendo automaticamente la spesa per interessi negli anni a venire.

Poi potremo discutere se quel risparmio nella spesa per interessi, non occasionale ma duraturo, potrà essere utilizzato per ridurre la pressione fiscale sulle imprese, ipotesi a nostro avviso preferibile, o per interventi di stimolo all’economia attraverso investimenti pubblici.

Se invece quei soldi venissero utilizzati in altro modo, ci ritroveremmo con lo stesso debito di prima, con la stessa spesa per interessi di prima, e con un patrimonio pubblico, che garantisce parte di quel debito, ridotto. Il tutto senza la minima certezza che gli interventi messi in atto rilancino effettivamente l’economia. Anzi con seri dubbi, basati sull’esperienza di decenni di "tesoretti" gettati alle ortiche, che questo possa avvenire.

Sono errori gravi ma comprensibili, che avvengono quando si maneggiano soldi degli altri senza doverne rispondere. I parlamentari che hanno redatto una simile raccomandazione non la metterebbero senz'altro in pratica a casa loro.