logo editorialeCon un accorgimento, l'Italicum può avere gli stessi effetti sistemici (assicurare cioè una maggioranza certa), ma rispondere maggiormente alle esigenze degli elettori di scegliersi i propri rappresentanti. Non è il sistema che preferiamo (restiamo uninominalisti convinti), ma è un tentativo di migliorare l'impianto della legge in campo, quella sulla quale c'è un accordo di massima tra le principali forze politiche. Per evitare però che la tenuta dell'accordo prevalga su qualsiasi considerazione di merito, è necessario che l'Italicum superi la sua ambiguità principale: la predeterminazione quasi totale degli eletti. Vediamo come si può migliorare.

Lasciamo invariati gli elementi strutturali su cui c'è un accordo politico: stesse soglie di sbarramento dell'Italicum, stesso premio di maggioranza (fino a 53-55%, eventualmente assegnato dopo un ballottaggio se nessuna coalizione supera al primo turno la soglia del 35%) e riparto nazionale.

Tolti seggi estero, Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige (nei quali si prevedono collegi uninominali puri), restano da assegnare alla Camera 610 seggi. Il territorio viene quindi diviso in circa 100 circoscrizioni di 6 candidati (numero variabile sulla base delle singole realtà) e in 305 collegi, pari cioè alla metà dei seggi a disposizione. In ogni collegio ogni lista presenta un proprio candidato (il cui nome sarà riportato sulla scheda) e in ogni circoscrizione si presenta una lista circoscrizionale, in cui devono essere obbligatoriamente presenti ai primi posti i candidati dei collegi.

I seggi si ripartiscono proporzionalmente su base nazionale alle coalizioni e alle liste, come già previsto oggi. Si procede poi ad assegnarli. Come?

Coalizione o lista che ha ottenuto il premio di maggioranza:
- anzitutto vengono eletti i candidati delle singole liste che abbiano conseguito più voti nei propri collegi, a condizione che il loro partito abbia superato le soglie nazionali di sbarramento; così l'elettore sa che il primo del suo collegio vince, sebbene il riparto dei seggi sia tutto nazionale;
- per i seggi rimanenti, vengono eletti i candidati secondo la lista circoscrizionale;
Esempio: il partito A è l'unico della sua coalizione a conseguire seggi, elegge 335 seggi (pari al 55%) e vince in 200 collegi: i 200 sono eletti, gli altri 115 sono pescati dalle liste circoscrizionali. Se invece c'è una lista alleata (partito B) che supera la soglia, a questa formazione i seggi sono assegnati solo sulla base della lista circoscrizionale.

Coalizioni o liste di minoranza:
- anzitutto vengono eletti i candidati che abbiano conseguito la maggioranza dei voti nei propri collegi, a condizione che il loro partito abbia superato le soglie nazionali di sbarramento; così l'elettore sa che il primo del suo collegio vince.
- per i seggi rimanenti, vengono eletti i i candidati secondo la lista circoscrizionale.
Esempio: il partito C elegge 140 seggi e vince in 90 collegi: i 90 sono eletti, gli altri 50 sono pescati dalle liste circoscrizionali. Il partito D supera di poco lo sbarramento del 5% ed elegge 20 seggi ma non vince in nessun collegio: fa solo eletti nelle liste circoscrizionali.

NB: Se una coalizione di minoranza dovesse eleggere nei collegi più deputati di quanti gliene spetterebbero in base al riparto nazionale, conserva i seggi in più a scapito delle altre liste di minoranza.

Variante: SI potrebbe anche prevedere che chi vince in un collegio conserva comunque il seggio, anche se la sua lista non ha superato lo sbarramento.