salvini berlusconi

A un certo punto, in modo sistematico verso la metà del 1600 ma con non trascurabili prodromi che affondano le radici addirittura nell'antico Egitto, qualcuno ha inventato la statistica.

Serve, la statistica, a misurare in modo quantitativo i fenomeni: cioè, tra l'altro, a evitare che un episodio singolo, magari l'unico di cui per svariate ragioni si ha conoscenza, venga eretto a paradigma e assuma erroneamente un valore universale.

Per esemplificare: se il tuo vicino di casa canta a squarciagola le canzoni dei Pooh in mutande sul balcone, e se tu conduci una vita sedentaria che ti porta a uscire molto poco, potresti essere indotto a ritenere che la maggioranza dei maschi italiani sia dedita a cantare a squarciagola le canzoni dei Pooh in mutande sul balcone.

Ebbene, a quel punto arriva la statistica che ti dice: ehi, Ciccio, dopo un'accurata rilevazione abbiamo verificato che solo una piccola minoranza dei maschi italiani canta sul balcone, pochissimi di loro cantano in mutande e tra questi solo due, in tutta Italia, cantano i Pooh. Perciò il tuo vicino di casa costituisce un'eccezione, anche se ai tuoi occhi, visto che non esci quasi mai, potrebbe apparire la regola.
Naturalmente la statistica si rivela molto utile anche per indagare questioni diverse, e ben più importanti. Come ad esempio quella della "sicurezza".

Ci dice, la statistica, che il nostro paese è uno dei più sicuri al mondo. E ce lo dice, proprio come nell'esempio del vicino di casa, malgrado il singolo fatto di cronaca di cui leggiamo sul giornale: che per la sua efferatezza, per l'emozione che ci suscita o per il modo in cui viene enfatizzato potrebbe rischiare di apparirci come una spaventosa regola. Mentre invece, numeri alla mano, rappresenta un'eccezione. Ecco, il fatto che in uno dei paesi più sicuri del mondo si stia preparando, in modo purtroppo molto chiaro, l'ennesima campagna elettorale basata principalmente sul tema della sicurezza, rappresenta in pratica l'abiura della statistica a beneficio della cosiddetta "percezione", cioè della sensazione soggettiva delle singole persone: che evidentemente prescinde dai dati, dai numeri, e in ultima analisi dalla realtà.

Sarebbe il caso di usarla, la statistica, invece di cancellarla. Di raccontarne i risultati alle persone per rassicurarle, anziché andare dietro alle loro "percezioni" distorte per raccattare qualche voto in più. Se non altro perché nel frattempo ci sono problemi veri - quantitativamente veri - da risolvere, che a forza di correre appresso a quelli finti restano là dove sono, inaffrontati e irrisolti.

Vediamo di provarci, se è possibile.

Perché altrimenti, a guardarci da fuori, finiamo per sembrare tutti una massa di cretini che si azzuffano per parlare di uno che canta a squarciagola, in mutande, sul balcone. Le canzoni dei Pooh.

 

Alessandro Capriccioli (@metilparaben) è segretario di Radicali Roma e capolista a Roma per le regionali del Lazio di +Europa con Emma Bonino.