renzi grillo
I risultati del primo turno delle amministrative nelle principali città italiane non si prestano a una sintesi univoca, né tanto meno definitiva. Di nessuno dei principali player politici nazionali si può oggi dire che davvero abbia vinto o abbia perso e saranno i ballottaggi, più o meno aperti ovunque, a stabilire se dai dati di questo voto pre-referendario sia possibile trarre una "morale politica" nazionale.

Al momento si può dire che il PD arranca, ma tiene, a parte Napoli, su livelli accettabili, anche considerando che molte liste civiche o "del sindaco" erano, a tutti gli effetti, spin-off elettorali del PD. Forza Italia scende sotto il livello di guardia a Torino e Roma, dove fallisce clamorosamente l'operazione Marchini, ma a Milano ha il doppio dei voti della Lega e a Napoli porta il proprio candidato al ballottaggio.

I 5 stelle vanno oltre le aspettative a Roma e Torino, ma a Napoli (dove il "diversamente grillino" De Magistris ha fatto il pieno) e a Milano sono andati anche peggio delle peggiori previsioni. L'Italia si conferma tripolare, il suo equilibrio politico decisamente instabile e gli esiti di questa instabilità fortemente incerti.

Se il ballottaggio premiasse ovunque (Roma compresa) i candidati PD che ci sono arrivati, Renzi uscirebbe trionfatore da questo difficile passaggio. Quanti più candidati del PD perderanno invece il testa a testa con l'avversario tra quindici giorni, tanto più il partito del premier subirà un contraccolpo politico - anche interno - dalle sconfitte rimediate, e a poco servirà negare il significato nazionale del voto amministrativo.

Gli esiti del ballottaggio saranno inoltre significativi anche in prospettiva referendaria. A parte Napoli, nelle grandi e in molte delle medie città che andranno al secondo turno lo scontro sarà tra il candidato governativo e dunque, in qualche modo, "renziano" e il rappresentante di uno degli altri due poli nazionali. A contare, più che nel referendum di ottobre, saranno certamente dinamiche locali, ma la politicizzazione del voto sarà comunque altissima e la presenza del premier dello scontro molto visibile.

A Roma, Milano, Torino, Bologna e in molti altri capoluoghi si vedrà se e come in uno scontro pro o contro Renzi lo schieramento governativo riuscirà a prevalere. Indirettamente, si vedrà anche se la "coalizione monopartita" prevista dall'Italicum è davvero la più adatta a tenere a galla il PD, che se fosse andato al voto nelle grandi città da solo (come appunto impone l'Italicum), oggi non saluterebbe il successo di Cagliari e uscirebbe dal primo turno decisamente più malconcio.

Insomma, non è ancora successo niente, ma tra quindici giorni potrebbe davvero succedere di tutto e per tutti, a partire dall'inquilino di Palazzo Chigi.

@carmelopalma