Primarie Milano 3candidati

Domani e dopodomani, a Milano, si celebreranno le primarie per la scelta del candidato sindaco dell’area di Governo. Come osservato ad esempio da Sergio Scalpelli, ex assessore della giunta Albertini, la liturgia delle primarie milanesi (arrivata ormai alla terza edizione) vede confrontarsi visioni radicalmente diverse, da sempre presenti in città.

Da un lato quella raccoltasi intorno alla candidatura di Beppe Sala, "quello dell’Expo", una giusta dose di concretezza meneghina ed efficacia manageriale (Sala ha guidato Milano come city Manager per molti anni) in cui la capitale morale ed economica d'Italia ritrova in fondo se stessa.

Quel che ha convinto il sottoscritto e altri amici di visione apertamente liberale e pro-mercato a sostenere l’uomo di Expo in una competizione, quella delle primarie, caratterizzata da un pubblico molto più di “sinistra” delle elezioni “vere” è che Sala non ha smesso nemmeno per un secondo di parlare apertamente della sua determinazione a privatizzare le partecipate del comune non essenziali (come la Sea) e a cercare una integrazione maggiore del privato nei servizi pubblici. È ciò di cui ha bisogno Milano, anzi l'Italia intera, ma aver paura di dirlo perché questo elettoralmente potrebbe "non pagare" significa mentire agli elettori.

A contrastare questa visione si sono schierate due esponenti uscenti della giunta Pisapia: in primo luogo Pierfrancesco Majorino, detto “il baffo", che fin dal luglio dell’anno scorso ha presentato alla città una visione nettamente e limpidamente di sinistra, avanzando proposte estreme e forse irrealizzabili, come l’eliminazione nel giro di qualche anno delle auto dalla città o l’introduzione di un reddito comunale di cittadinanza. La sua forza principale è la lunga militanza nella struttura di partito, nei DS prima e ora del PD, e l’esperienza amministrativa consolidata.

A contendergli la palma di candidato più “di sinistra”, si è fatta avanti, spinta dal sostegno del sindaco uscente, l’assessore al Bilancio Francesca Balzani, che ha condotto una campagna molto dura ed efficace, come ha giustamente sottolineato Simona Bonfante su Strade. Ma se l'efficacia e la brillantezza significano parlare di lotta alla sperimentazione sugli animali (in una città come Milano, poi, in cui la comunità scientifica è uno dei motori fondamentali dello sviluppo e del progresso economico civile) o della gratuità per tutti dei mezzi pubblici di superficie, allora questa efficacia comunicativa è forse un patto col diavolo. A Milano mancano semmai i soldi per investire in nuove linee progettate da molto tempo, come la Metro 4. Non scherziamo sulla gratuità.

E non scherziamo su Milano: la vittoria di Beppe Sala potrebbe essere meno "rock" di quella di Majorino o di Balzani, ma sarebbe un messaggio fondamentale per un'Italia e un sistema politico che hanno molto bisogno di razionalità e principio di verità, non di illusioni.