trazzera

Vivo a Palermo e la mia famiglia è in vacanza a Pachino dai miei suoceri. Per raggiungerli ieri sera ho dovuto percorrere l'autostrada A19, interrotta dal 10 aprile tra le uscite Scillato e Tremonzelli.

Il crollo di un pilone sul viadotto Himera sulla Palermo-Catania (gestione Anas) ha spaccato la Sicilia in due. Lo stato delle strade siciliane fa rimpiangere a me, emigrato da Roma al sud, le consolari della Capitale. A parte gli evidenti errori di progettazione, le autostrade tortuose e le decine di chilometri di viadotti, colpisce la scarsa manutenzione. La vulgata è che, nella depressa economia siciliana, si viva sulla “emergenza”, sugli “interventi straordinari” che richiedono nuovi finanziamenti pubblici, che fanno andare avanti il settore delle costruzioni.
Inutile a dirsi, la criminalità organizzata trova sicuramente il modo di guadagnarci. La politica low profile di Cosa Nostra prevede una sua invisibilità diretta. Infatti, come la luce mi rivela l'esistenza del sole nascosto dalle nuvole, la mafia nascosta si vede dai suoi frutti: la bruttezza, la rassegnazione, la povertà.

Non c'è una strada statale più o meno parallela al viadotto Himera e l'Anas suggerisce di prendere la statale che sale fino a Polizzi Generosa (da 300 m a 900m circa di altitudine), per poi ridiscendere verso l'A19, tra curve e manto stradale inadeguati per il volume di traffico richiesto. I mezzi di lunghezza superiore a 12 metri non possono circolarvi, così come i pullman che non effettuano servizio di linea. La strada è a rischio incendi d'estate e ghiaccio d'inverno: due settimane fa l'ho trovata chiusa per incendio e il tempo di viaggio si è allungato di circa tre ore. Guardando la cartina, si vede che molto più vicino in linea d'aria all'uscita Scillato è il comune di Caltavuturo. Guardando bene la cartina si vede un dislivello simile, ma molto più drammatico, senza una strada.

Il pilone è franato il 10 aprile. Da allora, nulla sembra essere successo. Non sono iniziati i lavori di ripristino, non è stato fatto saltare in aria il tratto pericolante. Si parla di una bretella, ma non c'è una data d'inizio. Nulla. Sono passati 4 mesi.

La novità è venuta dal M5S che ha deciso di fare qualcosa senza passare per le istituzioni competenti: attrezzare la "Regia Trazzera", una mulattiera, un antico sentiero agricolo di origine medievale che collega Caltavuturo con il fondovalle del fiume Imera Settentrionale. L'unica istituzione pubblica con cui il partito ha collaborato è stato il comune di Caltavuturo. Il costo di 360mila euro è stato coperto all'83% da 300mila euro “restituiti” — secondo l'ideologia grillina — dagli stipendi degli eletti M5S in Sicilia.

Come molte situazioni in Italia, sembra che ogni cosa concorra a negare l'oggettività. Al netto delle considerazioni ideologiche — personalmente non considero un furto gli stipendi dei politici per principio, a patto che lo onorino, come ogni lavoratore —, il M5S ha fatto bene o ha fatto male? Ha detto e ha fatto, ma la Regia Trazzera è o non è una valida alternativa alla deviazione per Polizzi Generosa? La Regione e l'Anas — nel frattempo immobili — hanno criticato l'operazione: la strada non ha i permessi né li avrà. Dunque, probabilmente, significa che il privato percorre la strada sotto la propria responsabilità. Per meglio capire, ieri sera ho deciso di percorrere la Regia Trazzera, ribattezzata Via dell'Onestà o Trazzera a Cinque Stelle. Questo è il risultato del mio test drive amatoriale.

I tempi. Sono uscito dall'A19 a Scillato alle 20.13, vi sono rientrato a Tremonzelli alle 20.55. Dunque 42' invece dei 50' dell'alternativa indicata dall'Anas per Polizzi Generosa.

Il traffico. La trazzera era molto trafficata. Ho dovuto aspettare lo scatto di tre semafori del senso unico alternato. La trazzera è infatti molto stretta e in alcuni punti non passano due macchine.

Il manto stradale. Nel primo tratto si alternano asfalto, ciottolato, cemento e sterrato tra fattorie e maneggi. Un secondo tratto è invece uno sterrato polveroso che costeggia un costone d'argilla della collina alto una decina di metri, che con le piogge potrebbe franare rovinosamente e poi dei cespugli e alberi totalmente imbiancati dal polverone alzato dalle macchine che passano. Il terzo tratto è l'opera vera e propria: una strada di cemento (non asfaltata) lunga ad occhio 5-600m con una pendenza considerevole, indicata al 27%.

Com'è andata la salita. Ho una Xsara Picasso 1.6 a benzina alla quale ho fatto il tagliando un mese fa. Viaggiavo da solo. Le condizioni per percorrere la trazzera erano le migliori. La macchina si è fermata in mezzo alla salita con un principio di puzza di gomma bruciata. Ho fatto ricorso a tutto il mio autocontrollo per non andare nel panico. Impossibile fare inversione. Dopo un paio di tentativi di ripartire, ho acceso le 4 frecce, abbassato il finestrino e fatto cenno a chi saliva di superarmi. Un paio di volte la macchina che scendeva ha dovuto frenare per non scontrarsi con chi mi superava. Passati circa tre minuti col motore spento a riflettere, ho spento l'aria condizionata, ho riavviato, sgasato da frenato e ripartito in prima. Premendo l'acceleratore a tavoletta, arrivando anche ai 30-35 km/h sempre in prima, sono arrivato alla fine della trazzera. Non potevo farlo prima perché avevo la fila di macchine davanti e rallentavo: ecco perché la Picasso s'era fermata. A pochi metri dalla fine della salita c'era una Panda ferma con due carabinieri (più la loro auto) che dirigevano il traffico in attesa probabilmente dei soccorsi.

Quando crolla un pilone dell'autostrada diamo la colpa alla corruzione che non ha permesso che venissero seguite le procedure di manutenzione e sicurezza. Diciamo che la corruzione uccide, non solo l'economia, ma anche fisicamente lo sventurato di passaggio. Al netto della legittima propaganda del partito M5S, l'intento era dimostrare che una politica che si ritiene pura e onesta non si limitasse solo contestare, ma possa anche “fare”. Dunque, specularmente alla considerazione sul pilone, verrebbe da dire che anche l'onestà può non essere dalla parte del bene. O, più probabilmente, l'onestà è qualcosa di diverso dal fare una strada senza il sostegno delle autorità competenti né del buon senso.

Ho pensato ai miei amici provenienti da paesi più poveri che disprezzano i corrotti e temono i “puri”. Ho pensato all'idiozia di cementificare una mulattiera medievale con lo spreco di centinaia di migliaia di euro. Mi son sentito io stesso un idiota: nessuno mi pagava per fare una strada che molti già definivano pericolosa, eppure ho voluto vedere di persona, rischiando il peggio.

Tuttavia, l'idiozia maggiore è dire, ribadire e continuare a dire: «Questo l'ho fatto io».

@PeterCiaccio1