Poco si è parlato nei giorni scorsi di uno dei co-protagonisti della vicenda Fiat-Chrysler: il fondo Veba, da cui Fiat ha acquistato il 41,46 per cento dell'azienda di Detroit. "Veba" non è un nome proprio, ma un acronimo usato per descrivere diverse entità finanziarie usate nel sistema industriale americano per gestire prestazioni e benefici extra-salariali per i dipendenti di un'azienda: Voluntary employees' beneficiary associations. Rispolverando un termine molto familiare per gli italiani, possiamo dire che una Veba è una sorta di "cassa mutua".

veba

Non si tratta di fondi pensione, ma fondi di welfare aziendale: tra le tipologie di prestazioni che una Veba può fornire benefici sono le assicurazioni sugli infortuni, le spese di cura dei bambini, la formazione continua dei dipendenti, il costo dei servizi legali, l'assicurazione sulla vita, le indennità di malattia, licenziamento e di disoccupazione e il pagamento delle ferie. Affinché questo possa beneficiare della deducibilità dalle tasse, dell'esenzione fiscale su alcuni benefici e di altri privilegi minori assicurati dalla legge, l'organizzazione di una deve soddisfare alcuni requisiti aggiuntivi: essere un'associazione volontaria di dipendenti, legati da un vincolo occupazionale comune (uno stesso datore di lavoro, ad esempio, ma anche l'appartenenza allo stesso settore industriale o la stessa area geografica); tutte le sue attività debbono essere finalizzate alla fornitura delle prestazioni ai suoi beneficiari (e i proventi delle attività del fondo non possono essere destinati ad altra destinazione che non sia il pagamento delle prestazioni); prevedere il principio di non discriminazione nel pagamento dei suoi benefici (a meno che dei trattamenti privilegiati per qualcuno non siano stabilito in virtù di un accordo di contrattazione collettiva).

Sebbene siano previste dal diritto americano fin dal 1928, è solo negli ultimi decenni che le Veba hanno conquistato uno spazio significativo nella gestione delle politiche di welfare aziendale e nelle relazioni industriali. Dal 2007, poi, con la crisi del settore automobilistico americano, i fondi Veba sono diventate uno strumento importante nel processo di risanamento delle Big Three (GM, Ford e Chrysler). Si consulti a tal proposito la pagina di Wikipedia in inglese dedicata alla storia del piano di risanamento di Chrysler, per la quale il Veba Trust ha svolto il compito delicato di traghettatore della "new Chrysler", acquistandone in una prima fase la maggioranza assoluta delle quote per poi cederle al socio industriale, la Fiat appunto, e tornare al "mestiere" originario di fornitore di servizi di welfare per operai e impiegati.

Vendute le proprie quote, il fondo avrà ancora un ruolo importante da svolgere: in contemporanea alla cessione delle quote alla Fiat per 3,65 miliardi di dollari, il grande sindacato automobilistico UAW e la dirigenza di Fiat-Chrysler hanno annunciato la stipula di un memorandum d'intesa aggiuntivo al contratto di contrattazione collettiva per i dipendenti della casa automobilistica, in virtù del quale Fiat-Chrysler verserà al Veba Trust 700 milioni di dollari all'anno per i prossimi 4 anni e ulteriori 175 milioni per il triennio successivo. In cambio, UAW collaborerà attivamente al monitoraggio e all'implementazione dei piani di sviluppo industriale del gruppo.

Anni-luce di distanza dal mondo del sindacato italiano, purtroppo.