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Sul servizio civile obbligatorio proposto da Renzi... Io penso che a me farebbe bene. Appartengo a una categoria privilegiata: i miei genitori mi hanno sempre permesso di studiare senza dover lavorare per pagarmi gli studi. Di più: mi hanno sempre incentivato a formarmi il meglio possibile, se necessario ritardando l’ingresso nel mondo del lavoro. Un’esperienza di questo tipo mi renderebbe probabilmente una persona migliore. Ma il servizio civile obbligatorio non varrebbe solo per i privilegiati come me: varrebbe per tutti i ragazzi.

E se vedo i miei coetanei sottostare a turni lavorativi molto duri, oppure lavorare per pagarsi gli studi, portare il cibo per Deliveroo, dover convivere con tanti coinquilini in pochi metri quadri, venire spesso pagati in “esperienza” o “visibilità” o comunque con cifre ingrate, affrontare un mondo di precarietà non solo lavorativa... Sono sicuro che no: loro non avrebbero niente da imparare da “almeno un mese di servizio civile obbligatorio”.

Sarebbe solo un modo per complicare loro ulteriormente la vita, imponendo un’altra fatica che andrebbe a incidere forzosamente sui loro progettiNon devono imparare nessun “senso del dovere e spirito di sacrificio” rispetto alla vita che conducono. E ricordo che lo Stato ruba già loro due anni di vita fra scuola e università rispetto ai loro competitor europei e americani, dopo che già gli impone di pagare il debito e la spesa delle generazioni precedenti. Generazioni peraltro temprate da ben un anno di leva militare (altro che mesetto) che non mi pare proprio abbia dato loro un maggiore senso del dovere: hanno ridotto il Paese a quello che è adesso. E sempre sulla funzione “educativa” di questa leva: qualcuno potrebbe ritenere che le donne, per il fatto di esserne esentate, avessero meno senso del dovere e spirito di sacrificio degli uomini? Sarebbe carino qualcuno lo spiegasse a Salvini, che proprio la leva vorrebbe reintrodurre.

Per questo sono fortemente contrario alla proposta del servizio obbligatorio, e credo che se l’idea si diffondesse la mia generazione dovrebbe, per una volta, farsi sentire forte e chiaro. A parte pochi casi davvero privilegiati, anche per un “viziato” come me arriveranno gli anni da galoppino in uno studio legale, le paghe troppe basse, i turni lavorativi estenuanti, i capi che mi tratteranno da schifo. Se le mie esperienze formative e di vita non mi avranno fortificato abbastanza quando entrerò a contatto con la vita lavorativa vera saranno semplicemente cavoli miei.

Davvero non è necessario complicare ulteriormente la vita a una generazione che vedo molto più in difficoltà rispetto alle precedenti e che quindi non penso proprio andrebbe “educata” alle asprezze dei doveri. Anzi, forse andrebbe educata a reclamare più attivamente e consapevolmente i propri diritti.