Flixbus

Con l'abrogazione della norma anti-Flixbus, il governo ha messo una opportuna pezza a un pasticcio parlamentare che avrebbe rappresentato per il nostro Paese un danno enorme: non solo per le sorti di una compagnia, dei suoi tanti partner locali, dei lavoratori e dei milioni di passeggeri, ma per l'immagine dell'Italia come stato di diritto, luogo di attrazione di investimenti e di innovazione.

Era questa la motivazione principale che ha indotto Strade a mobilitarsi con una petizione online, presentata con una conferenza stampa alla Camera, che ha permesso di mostrare alle istituzioni politiche quanto fosse popolare e diffusa la protesta per quell'emendamento a favore di qualche amico di amici. Ora continueremo a monitorare, perché la decisione del governo non sia smentita dal Parlamento in sede di conversione in legge del decreto Enti locali: in questo, facciamo affidamento sui parlamentari che più di altri hanno sposato la battaglia in favore della concorrenza nel settore del trasporto passeggeri su gomma, Andrea Mazziotti, Sergio Boccadutri, Daniele Capezzone e Ivan Catalano.

Salvata Flixbus, ci saranno tanti altri casi per i quali l'interesse generale sarà messo a rischio da questo o quell'interesse particolare, nobile o poco nobile. Ci sarà ancora da prendere le parti dell'innovazione contro ogni tentativo neoluddista e antiscientifico. Verrà ancora il momento di protestare contro chi propone di socializzare le perdite di qualche "sfortunata" azienda ormai capace di far volare solo il debito pubblico a suon di prestiti (Alitalia, what else?).

Salvata Flixbus, ora andrebbe salvata la legge sulla concorrenza, impantanata in Parlamento tra veti incrociati e condizionamenti di parte, ultimo in ordine di tempo il "niet" del reggente del Pd Matteo Orfini sull'abolizione del regime di maggior tutela nel settore dell'energia domestica. È l'ennesimo caso di allergia ideologica della politica italiana a un bene pubblico di valore primario, qual è appunto la concorrenza.

Nel settore specifico dei trasporti, c'è già chi intravede all'orizzonte uno scontro tra compagnie private stile Flixbus e un attore pubblico (le Ferrovie dello Stato) pronto a entrare massicciamente nella competizione delle linee extraregionali su gomma. La concorrenza è sempre benefica, ma è bene che i contendenti operino ad armi pari e senza rendite di posizione e favori regolatori. Vi racconteremo. Così come ci occuperemo ancora di taxi e ncc, di treni e aerei, di porti, ferrovie e aeroporti, di trasporto pubblico locale e grandi infrastrutture internazionali. D'altronde, questa rivista si chiama Strade.

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