Editoriale

08 Luglio 2014

L'avvio di una trattativa con il PD e la diversità di toni e di modi che caratterizza l'ala istituzionale del M5S rispetto a quella movimentista suggerisce che nel M5S, complice la batosta elettorale europea, si sia avviato un processo di istituzionalizzazione e magari di democratizzazione interna e di emancipazione dalla guida personale dei padri fondatori Grillo e Casaleggio?

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07 Luglio 2014

In un interessante articolo sul Sole 24 Ore, Roberto Perotti invitava ieri il premier Matteo Renzi a porsi una domanda: "supponiamo che non esistano il Trattato di Maastricht, il Patto di stabilità e crescita, il Six e il Two-pack, il Fiscal Compact: che cosa vorrei fare per l'Italia nei prossimi tre anni?". I vincoli europei sono una convenzione: non c'è una concreta differenza tra un rapporto deficit/Pil del 2,9% e il 3,1%. Dalla semplice e asettica lettura dei parametri europei, non si capirebbe ad esempio perché l'Italia, pur avendo un rapporto deficit/Pil molto migliore di quello della Francia, sia considerata una realtà più a rischio dei transalpini.

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04 Luglio 2014

Tutto quanto poteva essere fatto da parte di tedeschi e italiani per confermare il pregiudizio reciproco, a questo punto è stato fatto. Si può fare di peggio, volendo, ma non molto di più. Renzi si è presentato all'avvio del semestre di presidenza italiana, con un accordo precario (e equivoco) raggiunto all'eurovertice sulla flessibilità possibile, e con un discorso all'europarlamento che non ha chiarito, ma semmai confuso, il senso e la novità della richiesta italiana e dello scambio "virtuoso" tra flessibilità e riforme. Intanto, intorno a Renzi, il PD è tornato in massa a occupare le antiche trincee anti-rigoriste, cosa che sembra fatta apposta per giustificare la diffidenza nord-europea per i "soliti italiani".

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03 Luglio 2014

“Sulle riforme abbiamo bisogno di fatti, non di parole”. Non era un’osservazione inattesa, né particolarmente bizantina, quella che Manfred Weber ha rivolto a Matteo Renzi ieri a Strasburgo: la richiesta di garanzie vere, un processo di riforme avviato e convincente, per poter cominciare a parlare della tanto sospirata “flessibilità” con un capitale reputazionale adeguato da investire.

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02 Luglio 2014

Il risultato del PD è stato il solo successo europeista e "centripeto" in un continente che lo scorso 24 maggio ha visto, quasi ovunque, prevalere spinte anti-europeista e "centrifughe" rispetto agli assetti e alle istituzioni dell'Ue. La grande coalizione che governerà l'Europa nel prossimo quinquennio e che ha il volto vecchio (e neppure "antico") di Jean-Claude Juncker e di Martin Schulz, è nello stesso tempo un effetto inevitabile della sfida euroscettica e una risposta sbagliata al processo di rinazionalizzazione della politica europea.

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01 Luglio 2014

Nelle stesse ore in cui Israele pregava per la vita di Eyal, Gilad e Naftali, il Ministro degli esteri italiano Federica Mogherini, candidata di Renzi al ruolo di alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, invitava l'Europa al boicottaggio d'Israele e nello specifico dei prodotti degli insediamenti vicini a dove erano stati rapiti e, ora si sa, anche uccisi i tre studenti israeliani. Obama, nel segno dell'appeasement che ha contraddistinto finora la sua politica estera, ha invitato le parti ad astenersi da mosse che potrebbero ulteriormente destabilizzare la situazione. In pratica, il presidente americano ha negato allo Stato ebraico il diritto di difendersi e di rispondere con fermezza al più grave degli attacchi contro Israele degli ultimi anni.

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30 Giugno 2014

Il piatto forte del Consiglio Europeo, tenutosi lo scorso fine settimana, è stato la nomina del nuovo presidente della Commissione. Come era prevedibile, alla fine la scelta è caduta su Juncker. L'ex premier lussemburghese, candidato alla presidenza dal partito popolare europeo, era da tempo uno dei “papabili” per questo ruolo, anche se l'affermazione dei partiti euroscettici alle elezioni europee in un primo momento lo aveva messo in difficoltà.

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27 Giugno 2014

Matteo Renzi ha raccolto Berlusconi già mummia, calmino calmino se l’è portato in trofeo al Nazareno per poi sereno passare all’incasso. I grillini ci sono cascati e per mesi hanno creduto che le riforme che avrebbero definito le “regole del gioco” dei prossimi campionati, Renzi le avrebbe decise davvero col Caimano, uno che nei prossimi campionati non avrà nemmeno un posto in tribuna vip.

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