Continua la saga del mais geneticamente modificato in Friuli. L’ultimo capitolo è il divieto “temporaneo e urgente” di semina, della durata di un anno, approvato dal Consiglio Regionale. Prevede, per i trasgressori, sanzioni tra i 5 e i 50.000 euro.

ogm grande

Gli estensori del divieto sanno perfettamente che si tratta di un atto di dubbia legittimità, che potrà essere impugnato come i precedenti decreti del governo in base alla sentenza della Corte di Giustizia Europea secondo la quale “la messa in coltura di organismi geneticamente modificati quali le varietà del mais MON 810 non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione”. Ovvero, se non sussistono evidenze di pericolosità per la salute umana e per l’ambiente, gli agricoltori hanno diritto, ovunque in Europa e quindi anche in Italia, di seminare le varietà approvate a livello europeo.

Ma qui, come ogni anno di questi tempi, scatta il gioco di sponda tra arbitrio amministrativo e lungaggini giudiziarie: per impugnare il divieto ci vorrà tempo, ed è difficile che nel frattempo gli agricoltori abbiano voglia di rischiare sanzioni tanto elevate. Infatti Coldiretti, da sempre contraria all’uso degli Ogm, chiede di fare presto, dato che la sentenza del TAR che farà decadere il decreto governativo dello scorso anno è attesa per i primi di aprile. In parole povere: la legge dell’anno scorso era illegittima, ad aprile decadrà, facciamone un’altra più o meno uguale in fretta e furia, prima che inizino le semine, e poi si vedrà. Un balletto che va avanti da anni.

Giorgio Fidenato, l’agricoltore friulano che da anni rivendica il diritto a seminare il mais Mon 810, raggiunto telefonicamente da Strade, ha detto che andrà avanti con le semine, forte del diritto comunitario che gli da ragione. Ma conferma anche che l’effetto deterrente del divieto si sta facendo sentire, e sono sempre di più gli agricoltori che stanno rinunciando a procedere con le semine. “Fino a quando gli amministratori che consapevolmente reiterano atti illegittimi non verranno chiamati a risponderne personalmente – sostiene Fidenato – assisteremo ogni anno a questa messinscena”.

Nel frattempo si registra l'azione dimostrativa violenta di un gruppo di attivisti anti Ogm alla sede dell'EFSA, l'agenzia per la sicurezza alimentare che si incarica, tra le altre cose, di esprimere pareri scientifici per l'UE sugli OGM. "E' la politica ad armare i vandali - afferma Fidenato - gli stessi che gli anni scorsi hanno devastato la mia proprietà e che oggi incutono timore agli agricoltori che vorrebbero seminare varietà transgeniche". Difficile dargli torto.