Insomma, pare che per la Corte Costituzionale il premio di maggioranza del Porcellum sia incostituzionale, perché non è legato al raggiungimento di alcuna soglia minima da parte della coalizione vincente.

Ci chiediamo allora perché nel 2009 i giudici supremi ammisero i quesiti del referendum abrogativo proposto da Giovanni Guzzetta ed altri, che proponevano per la Camera e il Senato l'assegnazione del premio di maggioranza alla singola lista più votata e non più alla coalizione di liste (oltre al divieto di candidatura di un singolo in più circoscrizioni, vero vulnus del Porcellum). Quel referendum non raggiunse il quorum, nel disinteresse della stampa e delle forze politiche, ma nel giudizio di ammissibilità la Corte non sollevò alcun dubbio di costituzionalità rispetto all'assegnazione del premio di maggioranza! In quell'occasione, la Corte avrebbe potuto sollevare la questione di costituzionalità della legge elettorale davanti a se stessa. Perché non lo fece?

Errare humanum est, perseverare diabolicum: anche nel 2012 i promotori del referendum per il ritorno al Mattarellum assistiti dai professori Sorrentino e Pace (tra i più autorevoli costituzionalisti su piazza) proposero invano alla Corte di sollevare innanzi a se stessa una questione pregiudiziale sulla legittimità della legge elettorale vigente. Nulla, la Corte dichiarò inammissibile la proposta referendaria e si limitò a sollecitare la riforma elettorale.

Da allora abbiamo fatto in tempo a rinnovare il Parlamento con il Porcellum e gli eletti con una legge incostituzionale hanno emanato leggi, sostenuto governi, eletto il Presidente della Repubblica e scelto membri della stessa Corte Costituzionale! La responsabilità dell'attuale caos istituzionale e politico è tanto della classe politica, incapace di riformare una pessima legge elettorale, quanto dei giudici costituzionali.

PS Va poi segnalato che, se è incostituzionale il premio di maggioranza del Porcellum, rischia di esserlo anche quello assegnato dalle legge elettorale delle Regioni (quello dei Comuni no, perché è legato al raggiungimento da parte del candidato sindaco della soglia del 50% dei voti, al primo o al secondo turno). Infine, l'incostituzionalità delle liste bloccate sembra precludere l'adozione in Italia di una legge elettorale sul modello spagnolo ed è fortemente a rischio la legittimità del Mattarellum classico, con il quale un quarto dei seggi è assegnato con liste bloccate.

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